IMPARA AD IMPARARE L’AMORE
Έτσι, δεν γνωρίζω (so di non sapere). Socrate, 470 a.C.-399 a.C.
Cogito, ergo sum (penso, quindi sono). Cartesio, 1596-1650.
So dirlo, quindi so cos’è. Eustachia BonTon, 1976-.
Una di queste frasi appartiene ad un impostore.
Un bluffatore.
Un arrogante.
Appartiene a me, che ho sempre pensato di sapere cosa fosse l’amore semplicemente perché sapevo come parlarne, o perché me ne ero fatta un’idea.
L’impostora sono io, perché ho sempre fatto credere a tutti di essere un’esperta in materia; e sono pure una bluffatrice, perché mi sono sempre vantata di sapere tutto solo perché riuscivo a raccontarlo; e questo fa di me pure una persona arrogante, perché ho sempre pensato che la mia padronanza delle parole bastasse a farmi conoscere il mondo.
O che tutti gli amori fossero uguali.
Poi mi alzo in una freddissima mattinata di gennaio, e mi rendo conto che sto provando qualcosa di assolutamente nuovo e mai incontrato prima, ma soprattutto che sto imparando a relazionarmi con una persona completamente diversa da me, ma che con me condivide l’unico punto che conta: il bene che ci vogliamo, e di conseguenza la voglia di camminare insieme in questo nostro pezzetto di vita.
Ecco allora che tutte le parole che possiedo non contano più, se prima non imparo a volerlo imparare, questo amore, spogliandomi innanzitutto da quello che pensavo di sapere o che ho vissuto prima di adesso, e concentrandomi non tanto sulle nostre – incredibiili ed esaltanti – affinità elettive, ma sulle nostre divergenze.
Io che piango per le commedie romanticone, lui e il suo amore per i film francesi un po’ di nicchia; eppure ci vogliamo bene.
Lui che a pranzo e cena beve solo acqua, io che magari un bicchiere di vino rosso ci sta; eppure ci vogliamo bene.
Io che mi dimentico le luci accese quando esco da una stanza e tengo il rubinetto dell’acqua aperto quando mi lavo i denti, lui che le luci le spegne e il rubinetto lo chiude perché l’ambiente va rispettato. Eppure ci vogliamo bene, ogni giorno di più.
Io che gli scriverei ogni mezz’ora, lui che tanto mi pensa, mica serve usare il cellulare. Eppure ci vogliamo bene, e siamo sempre più felici.
Scegliendoci un giorno dopo l’altro per quello che siamo, e non per quello che pensiamo possa piacere all’altro.
Sto imparando a imparare chi sono, ed amarli per quello.
Impara ad imparare l’amore, partendo proprio dalle differenze.
Racconta quello che sei, e ascolta quello che sono le persone accanto a te, ascolta il mondo della persona che ami.
(e son sicura che su questo sarebbero d’accordo tanto Socrate che Cartesio!)