Regola#271comeunacalamitaposatasull’harddisk

[cml_media_alt id='1894']Love and attraction concept: lot of red hearts attracted by metal horseshoe magnet isolated on white background[/cml_media_alt]

COME UNA CALAMITA POSATA SULL’HARD DISK
Questa è la storia di una calamita, e di come quest’oggetto semplice abbia saputo cambiare l’andamento della mia vita.
 E darmi una grande lezione.
Corre l’anno 2013.
Sono in ufficio, seduta alla scrivania; sto ultimando una presentazione in Power Point per una lezione di marketing che devo tenere il giorno dopo.
Di solito uso il computer dell’ufficio, ma nel mio portatile ci sono programmi molto più avanzati, quindi oggi sto usando il mio adorato Vaio Rosa che mi è costato un occhio della testa, e che contiene tutta la mia vita degli ultimi sei anni: cartelle e cartelle di parole e mail e ricordi e fotografie, centinaia di fotografie che raccontano tante storie, tante amicizie, tanti lati di me, alcuni felici, altri un po’ meno.
Alcune foto, più di altre, hanno il potere enorme di farmi del male, perché raccontano di una me malata e triste e spenta a causa di una storia storta e putrefatta, eppure non riesco a decidere di cancellarle, forse perché non riesco a voltare pagina.
Il file è finito.
Mi siedo a gambe incrociate per godermi meglio il risultato; fra le mani ho due piccole calamite con le quali sto giocherellando da ore, come uno di quegli aggeggi antistress.
Le attacco e le stacco, le attacco e le stacco, le attacco e le stacco.
Devo far partire la presentazione, e per premere meglio F5, poso un secondo – ma un secondo soltanto – le due piccole, fottutissime calamite.
E dove scelgo di appoggiarle?
Sul mio portatile.
E dove sul mio portatile?
Sulla parte sinistra.
E cosa succede appena appoggio la calamita?
Puf.
Esattamente questo.
PUF.
Lo schermo diventa nero.
Lo fisso incredula.
Controllo la batteria.
Controllo il caricabatterie.
Non me ne capacito.
Alzo gli occhi verso i colleghi: i loro pc funzionano.
Alzo gli occhi al soffitto: le luci sono accese.
Chiudo lo schermo.
Apro lo schermo.
Schiaccio il tasto dell’accensione. Una. Due. Tre. Mille volte.
E in quel momento lo realizzo.
OH MERDA.
Corro col pc dai colleghi informatici, che parlando complicato come sanno fare tutti gli informatici mi spiegano che le calamite non vanno particolarmente d’accordo con gli hard disk dei pc, usando – tra l’altro –  lo stesso tono della maestra in prima elementare che dice al bambino in lacrime che se non c’è spazio su una pagina per finire un pensierino, la può girare.
Perché le calamite li distruggono, gli hard disk dei pc, mi spiegano.
Ma tanto avevi fatto un back-up, vero?, mi dicono.
Back che?, rispondo.
E così, in quel lontano giovedì di un giorno di primavera del 2013, tutto il contenuto del mio computer portatile, sparì.
PUF.
Mail.
5699 tracce musicali presenti su ITunes.
Scritti.
Foto.
Racconti.
Poesie.
L’ultima versione del mio romanzo.
Tutto sparito. Tutto, tranne la presentazione in Power Point che avevo già passato in un supporto USB.
Torno nel mio ufficio; i colleghi muti intorno a me che si aspettano una crisi di nervi, di pianto, di grida.
Mi risiedo a gambe incrociate davanti al pc che non dà segni di vita.
Penso a quello che tenevo nel portatile e che non recupererò mai più.
E scoppio a ridere, così di gusto che dopo qualche secondo di sbigottimento anche gli altri si mettono a ridere con me.
Rido perché ho appena realizzato che, nonostante tutto, mi sento finalmente libera; quella calamita ha appena fatto quello che avrei dovuto fare io: mi ha liberata.

Certo, l’ha fatto in modo tragico e forse un pochettino troppo netto; ma dopotutto, i ricordi più belli, le cose migliori, le immagini più importanti resteranno dentro di me per sempre, perché nella mente nell’anima e nel cuore non esistono scaffali da svuotare: resta tutto lì.

Ma quel giorno, quelle piccole calamite hanno saputo liberarmi dai rami secchi, dalle scorie, dai dolori inutili racchiusi in un passato che non vale più la pena rivivere.
Se capita anche a te di non riuscire a staccarti da alcuni oggetti dolorosi e pieni di polvere cattiva, fingi di essere come la mia calamita, prendi una grande busta di plastica e getta via tutto; ci sono più cose materiali da buttare di quello che pensi, e gettarle ti farà molto, molto meglio di quello che credi.
E proprio come fanno le calamite, dopo aver fatto pulizia concentrati sulla loro seconda caratteristica, oltre a quella di sapere distruggere gli hard disk.
Comincia ad attrarre SOLO-COSE-BELLE.

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