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BASTA. DA OGGI BASTA

Mi sono mangiata le unghie. Poi un giorno ho smesso.

Prima o poi si accorgerà di me e mi chiederà di metterci assieme, così finalmente da trombamici passeremo a fidanzati veri e propri, pensavo sempre. Poi un giorno ho smesso. E lui è sparito e con lui anche tutte le lacrime che ho versato per niente.

Mi sono tolta le pellicine delle dita con una pinzetta. Poi un giorno ho smesso.

Ho continuato a portare nel cuore il mio ex amore più grande, anche se lui si era già rifatto una vita – probabilmente dal momento preciso in cui aveva spedito suo cugino a casa mia per ridarmi tutte le mie cose, buttate a caso dentro quattro scatoloni sgualciti. Eppure ho continuato a pensare solo a lui. Poi un giorno ho smesso. E mi sono accorta finalmente di tutte le persone che avevo attorno.

Mi sono tolta le crosticine delle punture delle zanzare. Poi un giorno ho smesso.

Ho vissuto pensando che la vita fa schifo e che qualunque sforzo facessi le cose per me non sarebbero mai andate meglio. Poi un giorno ho smesso (e le cose sono andate di giorno in giorno sempre meglio).

Mi sono ciucciata il dito pollice. Poi un giorno ho smesso.

Mi sono buttata via in troppe storie sbagliate convinta che magari prima o poi il vero amore l’avrei trovato anche così. Poi un giorno ho smesso. E ho cominciato a darmi il valore che merito. Che meritiamo tutte.

Ho continuato a comprare nuove paia di scarpe ogni fine settimana. Poi un giorno ho smesso.

Ho passato gran parte della vita ad inseguire l’approvazione delle persone. Poi un giorno ho smesso, e ho cercato di non deludere mai prima di tutto me stessa.

Mi sono schiacciata i punti neri. Poi un giorno ho smesso.

Ho portato pazienza con le persone che ne approfittavano. Poi un giorno ho smesso, e quando serve ho imparato ad alzare la voce. E ho scoperto che la mia voce non è niente male, quando la uso per difendere le mie idee.

Ho mangiato troppa cioccolata. Poi un giorno ho smesso.

Come ho fatto? Semplice. Sono arrivata al punto in cui non ne potevo più, e ho deciso che quel giorno sarebbe stata la mia giornata internazional-cosmica dell’ADESSO BASTA.

E non si tratta di fumare l’ultima sigaretta, che poi diventa l’ultima fino a quella dopo perché il sapore dell’ultima è ancora più buono proprio perché è l’ultima, come Svevo fa raccontare a Zeno Cosini.

Si tratta di capire che siamo vittime di una debolezza, e arrivare al punto di decidere che stiamo perdendo la nostra battaglia, che è questione di noi o la nostra debolezza, e che noi abbiamo sempre voglia di vincere quindi dobbiamo vincere anche contro di lei.

Tra noi e il resto del mondo, veniamo sempre prima noi.

E poi è una questione di forza interiore.

Per quanto tempo ancora vuoi dipendere da una persona che non ti fila per niente?
Per quanto tempo vuoi ancora subire una situazione professionale che ti fa sentire invisibile nonostante tutto quello che fai e dai e vali?
Per quanto tempo ancora vuoi negare a te stessa di avere incontrato una persona che ti piace, ti piace sul serio ma hai talmente tanta paura di soffrire ed è una persona talmente così diversa da quella che pensavi di volere accanto che rischi di perderla piuttosto di ammettere che ti ha preso davvero?
Per quanto tempo ancora vuoi che sia la debolezza a vincere sulla tua meravigliosità?

Ecco, appunto.

Basta. Da oggi basta.
Qualsiasi sia il tuo limite. Da oggi basta. Sforzati, concentrati, puntati su questo.
Scrivilo sull’agenda o sul muro o sul frigo o sulla pelle. Segnati la data del tuo “Da Oggi Basta”.

Perché solo a decidere che da oggi vinci tu, ti sentirai così forte che vincerai per forza.

Da oggi basta.
(
Salvo, ovviamente, le seguenti eccezioni: cioccolata, scarpe, e le regole di Eustachia Bonton. Ecco tre dipendenze cui si può cedere di tanto in tanto!)

 

 

 

 

 

 

 

 

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