Regola#120gliamicisonopersempre

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Gli amici “storici” sono il nostro album di fotografie che ci siamo dimenticati di scattare, sono i custodi dei ricordi che non ricordiamo più, sono i narratori delle sfumature che non abbiamo colto.

GLI AMICI SONO PER SEMPRE.
Ovvero, SCENE DA UN MATRIMONIO SPECIALE

Poi vidi la sposa – una mia carissima amica – scendere dalla carrozza, aiutata dal padre. E io pensai al mio, di padre, che quel momento non l’aveva ancora vissuto, e scoppiai a piangere. Il prete mi si avvicinò.

“Vuoi proprio bene alla tua amica, per commuoverti così”
“Non sono lacrime di gioia, don”
E mi preparai per leggere la prima lettura della cerimonia, tentando di pulire il mascara colato fino a metà faccia. Era un venerdì. Il 30 settembre 2011. Era l’ennesimo matrimonio cui partecipavo. Da single.
L’ennesima volta in cui la gioia per una persona cui volevo bene si mischiava alla tristezza per me.
L’ennesima, e anche l’ultima, perché poi mi sono decisamente rotta le palle di provare sempre una certa malinconia ai matrimoni, e ho cominciato a fregarmene di essere sola, e a godermeli per quello che rappresentano: un momento di gioia per delle persone che amo.

Tre anni dopo, ecco l’invito ad un altro matrimonio. Sempre di venerdì.
Venerdì scorso, per la precisione, il 31 luglio.
Il primo matrimonio che mi sono goduta fino in fondo a prescindere da tutto.

Vuoi perché sono cresciuta più in questi quattro anni che in tutto il resto della mia vita, vuoi perché ho imparato a mettermi al primo posto, vuoi perché ho realizzato che la vera felicità è star bene con se stessi, da soli, prima ancora che con gli altri, quella di venerdì è stata una giornata splendida, nella quale ho capito due cose.

Prima di tutto, che il lieto fine non esiste; esiste solo il lieto inizio, che è esattamente quello che venerdì abbiamo celebrato.
A 1600 metri di altezza, fra le montagne di un rifugio trentino, con le nuvole piene di pioggia che non hanno osato rovinare la festa aprendosi ad un sole caldo, luminoso e provvidenziale, circondati da stelle alpine e fiori di camomilla, in un’atmosfera di festa a metà tra la poesia di “Tutti insieme appassionatamente” e il sound di un club londinese dove suonano soltanto musica dal vivo di altissima qualità.

Per renderti l’idea, sarebbe potuta sbucare Heidi in persona, con l’ultimo modello di pochette LV sotto un braccio, e la capretta Fiocco di Neve sotto l’altro, fischiettando “com’è bello far l’amore da Trieste in giù” e sarebbe stata perfettamente inserita nel contesto.

La seconda cosa che ho capito, fra un piatto di canederli al burro e due porzioni di sacher, è il potere straordinario dell’amicizia, quell’amicizia che ti lega alle persone da quando sei piccola, e che rimane sempre dentro di te anche se la vita divide le vostre strade.

Venerdì scorso l’aria era speciale anche per questo: eravamo tutti – o quasi – nello stesso posto, nello stesso momento, a condividere la stessa gioia per uno di noi e la sua nuova famiglia.
Eravamo tutti lì, piegati dalla vita chi più e chi meno, ma nessuno spezzato. Tutti in piedi, tutti pieni di energia, pieni di voglia di sorridere e ballare e brindare al tempo che passa e che comunque ci trova ancora qui.

Perché noi siamo ancora qui, siamo ancora noi, siamo solo noi.

Siamo ancora qui cazzo, con i capelli più radi, qualche filo d’argento e qualche ruga in più ai lati della bocca e degli occhi, ma non abbiamo perso la voglia di ridere.

Siamo ancora qui, con la nostra storia alle spalle che forse è andata diversamente – per qualcuno forse assolutamente diversamente – da quello che da piccoli avevamo pensato; ma ciò che conta è che siamo ancora in piedi.
Ancora capaci di piangere vedendo gli sposi arrivare in seggiovia con il loro bellissimo bimbo in braccio, e sentendo i loro “lo voglio”, e vedendo quanto ci credono, in questo amore.
Piangere di gioia, stavolta, soltanto di una sana e autentica gioia per loro, perché questo momento se lo sono meritato e conquistato tutto, dal primo istante.

Siamo ancora qui con le nostre vecchie, pazze abitudini e il nostro modo di parlare e il nostro modo di muoverci e abbracciarci e starci accanto, prevedendo esattamente cosa farà uno e cosa farà l’altro.

Siamo ancora qui a parlare dei nostri bambini – e chissà se un giorno si sposeranno fra loro – e della nostra battaglia per rivendicarci il diritto di essere donne che valgono a volte anche più dei colleghi maschi, e la nostra fatica – e porca puttana se è difficile – di sapersi rialzare ogni volta che qualcuno ci sgambetta.

Siamo ancora qui, con il bilancio – a tratti in rosso – tra i sogni che avevamo e la realtà che ci siamo costruiti.
Siamo ancora qui, anche se ci siamo arrivati da mille strade diverse.
Ma siamo qui, pronti ad alzare i calici per gli sposi; siamo ancora qui, pronti a brindare per i single – che ovviamente è ancora il tavolo di cui faccio parte – evviva i single, hip-hip-hurrà.

Siamo ancora qui. E solo il fatto di poterlo dire, ci fa sentire nel posto giusto. E non ci importa di quello che accadrà domani, perché se siamo arrivati fino ad oggi con questa forza, potremo affrontare qualsiasi prova.

Siamo ancora qui, perché gli amici “storici” servono a questo.
Sono il nostro album di fotografie che ci siamo dimenticati di scattare, sono i custodi dei ricordi che non ricordiamo più, sono i narratori delle sfumature che non abbiamo colto.
Sono la stessa, nostra parte di vita che abbiamo vissuto, vista da qualche angolatura più in là.

Gli amici “storici” sono tutti gli altri pezzi del puzzle che rappresenta quello che sei, e non importa se possono passare anche anni da una volta all’altra che li vedi, o se siano le stesse persone che frequenti tutti i fine settimana da vent’anni.
Ti ritrovi d’un tratto in mezzo a loro, e ti senti a casa, completa.
Perché senti che tutti i bordi del tuo orizzonte sono lì con te.

E allora, sai di non avere più paura; e che anche adesso, venti o trent’anni in più rispetto a quando eri bambina, puoi ricominciare a sognare.
Anzi, scopri che forse non hai mai smesso di farlo, esattamente come ognuno di loro.

E vissero per sempre felici e contenti.

 
 

 

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