Regola#97lateoriadelcerchiochiuso

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…”Chiudere” quel cerchio, mi aveva fatto capire che se le cose fra noi erano andare così, un motivo c’era…

LA TEORIA DEL CERCHIO CHIUSO

 “RACCOLTA PUBBLICA DI FIRME PER FAR APPROVARE LA TEORIA DEL CERCHIO CHIUSO.
Sono passati anni e anni, eppure continui ancora a pensare al tuo ex? Passi da una storia all’altra, tanto nel tuo cuore sai che la persona giusta era proprio il tuo primo amore? Hai rivisto di recente il tuo primo fidanzato, e sei sempre più convinta che dovreste tornare assieme?

Firma anche tu la petizione per legalizzare la Teoria del Cerchio Chiuso! E finalmente avrai tutte le risposte a portata di mano!”

 

Qualche anno fa volevo farmi paladina di questa battaglia, finché io per prima non ho chiuso uno dei miei cerchi, e ho capito che in certe situazioni è molto meglio fidarsi di come sono andate le cose.

 

La Teoria del Cerchio Chiuso è dedicata a tutte quelle donne che hanno vissuto grandi amori mai, come dire, culminati nel momento clou. Mai consumati insomma, perché da ragazzine i tempi erano mooolto più diluiti, e il più delle volte ci si lasciava, per così dire, prima di.

Mi spiego.

Io, giusto per fare un esempio a caso, ho avuto nella mia prima adolescenza due grandi storie, nelle quali ho attraversato tutte le fasi tipiche di un amore giovanile.
Farfalle nello stomaco pensando a lui; batticuore qualche ora prima di vederlo; pelle d’oca al solo contatto delle sue mani; struggimento quando passava qualche giorno senza sentirlo e ah-come-sarà-bello-quando-faremo-l’amore. Insomma, la certezza di aver trovato il mio Mr. Big e la convinzione che avrei passato tutta la vita con lui e speriamo che i nostri figli prendano il suo sorriso.

Poi le farfalle diventano colite, il batticuore tachicardia nervosa, la pelle d’oca eritema da stress e lo struggimento grande giramento di ‘oglioni. Punto e a capo e per fortuna che non gli ho dato la parte più intima e profonda di me.

 

Il tempo passa, tu vivi altre storie, affronti altre delusioni o magari ti va di culo e metti su famiglia, ma sotto sotto, in un angolino del tuo cuore c’è sempre un posticino occupato dal tuo ex, con un bel punto interrogativo che si traduce così: chissà come sarebbe adesso se fossimo rimasti assieme, ahimè, oibò.

 

Io ho risolto i miei punti domanda quattro anni fa, perché ho chiuso un cerchio che forse sarebbe stato meglio lasciare aperto.

 

Il mio Mr. Big da chissà-come-sarebbe-adesso era un mio amico sin dai tempi del liceo. Uno di quegli amici con cui cresci e vicino al quale ti senti sempre e comunque a casa, ma che non provi mai a considerare come qualcosa di più.

Così tu vai avanti con la tua vita e lui con la sua, e ogni tanto vi incontrate e dentro di te pensi a quanto lui diventi sempre più affascinante ogni anno che passa, e ti mangi le mani per non avere accettato il suo invito quando eravate giovani, e quanto è fortunata la sua ragazza adesso e mannaggia a me che mi sono lasciata sfuggire uno così intelligente e pieno di interessi e con una solida famiglia alle spalle e il bambino adottato a distanza e il volto sorridente sempre.

Mannaggia a me era lui quello giusto, e pensare che l’avevo conosciuto pure prima di lei e me lo sono lasciata portare via. Era lui quello giusto, mannaggi’a me.

E via di seguito a pensare e ripensare che quello giusto era lui.

 

Fino a quattro anni fa.
Ci incontriamo per caso.
Lui tornato single, io pure.

Mi invita a cena. Arrosto con le patate (particolare di fondamentale importanza se leggi la regola#24). Vino rosso. Casa perfetta e pulitissima (faccio tutto io, certo, adoro prendermi cura di casa mia, dice lui). Trattengo la gioia a stento. E’ fatta. Foto dei nipoti e del bimbo indiano sul frigo. Un giorno andrò a trovarlo, dice lui. Cercare su google tutte le info sull’India per farmi trovare preparata, penso io. Caffè corretto. Fragole e cioccolata. Sei una delle donne più femminili che conosca, dice lui. Per fortuna che ho trovato posto dalla mia estetista per una ceretta d’emergenza, penso io.
Divano. Mi toglie le scarpe, mi passa una ciocca di capelli dietro all’orecchio. Lascia lì la mano. Io titubo un po’, fingo un lieve imbarazzo. Non sono mai stata una da primo appuntamento, penso. Casa pulita, cucina ottima, bimbo adottato in India, mi sussurra il mio orologio biologico.
Ho sempre adorato le tue labbra, dice lui. Ok, è giunto il momento di spegnere il cervello, penso io. E per far zittire i miei dubbi, metto il cervello in modalità Intervallo della RAI, e immagino di ascoltare le trascrizioni per orchestra e arpa delle musiche più famose che accompagnavano le fotografie dei più bei paesaggi d’Italia in bianco e nero, aspettandomi un lunghissimo giro della penisola all’insegna del piacere da Trieste in giù con quello che è sempre stato l’uomo a me destinato, e che finalmente mi sono ripresa.

Ma.

C’è un ma.
Perché il lunghissimo giro della penisola all’insegna del piacere che mi aspettavo, parte sì da Trieste, ma a Venezia è già bell’è finito. E ancor peggio, sempre per usare la metafora dei paesaggi, non mi lascia manco il tempo di scattare un’istantanea.
Perché quello che per tutta la sera avevo pensato essere il mio predestinato Mr. Big, in realtà si era rivelato Mr. B. B come Bibanese. Rendo l’idea?
Tutto quello che ricordo del “dopo”, è stata la sua espressione piena d’orgoglio da “ho appena segnato il gollazzo della mia vita da centrocampo e con il mio piede sinistro”, e la mia fretta di andare via prima che mi chiedesse se mi era piaciuto perché le bugie proprio non so dirle, e avrei finito con il rispondergli: ehm, l’arrosto era ottimo e cotto a puntino, grazie.
Quella sera ci salutiamo, e andando a casa in auto non smetto di sorridere e cantare dalla gioia, perché ho realizzato che tutto quello che ci accade ha sempre un senso, anche se non riusciamo a scoprirlo subito. “Chiudere” quel cerchio, mi aveva fatto capire che se le cose fra noi erano andare così, un motivo c’era. 

Amica mia, credo adesso avrai capito che l’assurda petizione era solo una provocazione, e che la Teoria del Cerchio Chiuso è solo una cazzata per dirti che se una storia è finita, devi lasciarla andare

Perché spesso quello che abbiamo perso ci sembra più luccicante solo perché lontano nel tempo.
Concentrati sul tuo presente, e ricordati sempre che un uore non può essere misurato da un cerchio.


Ma soprattutto, d’ora in poi, sforzati di non metterti a ridere, ogni volta che ti troverai davanti ad un sacchetto di Bibanesi!

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