NON STARE CON UNA PERSONA CHE TI RIMPICCIOLISCE
Dicono che ci siano avvenimenti così tragici, che anche decenni dopo siamo in grado di ricordare dov’eravamo e cosa stavamo facendo quando accaddero.
L’11 settembre 2001 non segnò soltanto un momento di estremo sconvolgimento emotivo, sociale e storico a livello mondiale, ma per me rappresentò anche qualcosa di più intimo, perché per la prima volta in vita mia mi sentii così piccola, che una formica a confronto avrebbe occupato più spazio vitale.
Andò così.
Ero al mare con il mio primo, vero, grande amore. Stavamo assieme da quattro anni, e oramai stavamo iniziando a progettare un futuro assieme.
La nostra storia tuttavia non aveva avuto un inizio facile; quando ci eravamo conosciuti lui aveva un solo pensiero fisso, la sua ex ragazza (che lo aveva lasciato due anni prima…), e non smetteva di ricordarmelo quasi ogni giorno; anzi, a forza di sentir parlare di quanto lei fosse perfetta, ammetto che avevo quasi quasi iniziato ad amarla anche io, per assurdo!
Poi finalmente aveva capito, e la nostra storia aveva iniziato a prendere una piega normale (non più io, lui e il fantasma della ex ma io e lui; una conquista!).
Arriviamo al mare quel martedì; e decidiamo di passare la giornata in camera, come ogni giovane coppietta che si rispetti. Un lungo pomeriggio d’amore, accompagnato dalle note delle musicassette (ehm, adolescente che stai leggendo, ti ricordo che si era nel 2001….) che lui stesso diceva di avere fatto per l’occasione.
Verso sera, decide di andare al supermercato per comprare qualcosa da mangiare.
Io resto in camera, sotto le coperte, avvolta dalla felicità che quell’amore mi stava dando.
Dallo stereo, l’ultima canzone della cassetta.
Una registrazione da una radio, con tanto di voce del dj che dice: ed ora una canzone di Zucchero che XXX (nome del mio ragazzo) vuole dedicare a XXX (nome della SUA EX), con un messaggio particolare: grazie per tutto quello che mi dai ogni giorno. Ti amo.
Aveva portato al mare per la NOSTRA vacanza, una compilation fatta per la sua ex; con tanto di dedica speciale.
Con il fiato sospeso realizzo che:
- Col cazzo che quelle cassette erano state fatte per me, visto che contenevano una dedica alla ex;
- In quattro anni io non mi ero meritata non dico una dedica alla radio, ma nemmeno un cd in regalo il giorno del mio compleanno
- In quattro anni io mi ero sentita dire mille volte “ti voglio un bene dell’anima”, ma ti amo mai. Diceva che era antiquato.
Dopo mezz’ora torna dal supermercato. Entra in casa sconvolto, e mi dice di accendere subito la tv. Non si accorge nemmeno della mia espressione, e francamente anche io dimentico tutto di fronte alle immagini che venivano da quel piccolo e scassato televisore in bianco e nero, e che mostravano le Torri venire giù, con tutte le vite che sono cadute con loro. E non solo quel giorno lì.
Non mangiamo, non gli dico nulla della cassetta, andiamo a dormire in un’atmosfera irreale.
Il mattino dopo però mi vede strana, e gli dico tutto senza riuscire a trattenere le lacrime.
Gli dico quanto l’episodio della cassetta mi abbia fatto male, e quanto mi faccia male sapere che non riesce a dirmi che mi ama; e qui, una frase che non dimenticherò mai.
Lui mi guarda, e con la voce calma e convinta mi dice: amore, il fatto è che sei hai guidato una Ferrari, poi fai fatica ad accontentarti di una Panda.
Ecco, ovviamente la Panda ero io. Non credo di essermi sentita mai più piccola. La nostra storia finì poco dopo, ma io ci misi un bel po’ di tempo per ritornare a vedere il mio valore. Ecco perchè oggi, dopo tutti questi anni, ripensando a quell’episodio, te lo dico con tutta la convinzione che possiedo: non stare mai con una persona che ti fa sentire piccola. Mai.
Solo tu puoi decidere a che altezza devi far andare la tua anima, i tuoi sogni, il tuo modo di vivere. Solo tu.
La persona che ti ama – le persone che ti amano – devono spingere sulle tue vele, soffiare sulle tue ali per portarti quanto più in alto meriti, ma nessuno ha il diritto di farti sentire piccola.
Se capita, sappi che hai di fianco una persona che non sa reggere la tua grandezza, e che preferisce farti sentire sulle punte quando la realtà è che sei tu costretta a chinare le spalle per metterlo a suo agio.
Vuoi una storia che ti faccia uscire la gobba? Non credo proprio.
A meno che tu non sia una strega o la custode di una cattedrale.