PREFERISCI LA MIGLIORE DELLE MALINCONIE AL PEGGIORE DEGLI AMORI
E’ la notte di Natale, e per il terzo anno di fila la passerai da sola. Certo, ci sono tante cose che potresti fare: andare alla Messa di mezzanotte per vedere tua nipote fare l’angioletto e poi portarla a bere la cioccolata calda; passeggiare con i tuoi colleghi in centro per ammirare la tua città ricoperta di neve e colorata dalle luminarie; raggiungere la tua compagnia in montagna per la cena della vigilia.
Ma non ne hai voglia, perché è di nuovo Natale ed è dal Natale dello scorso anno che ti eri ripromessa di arrivare a questo momento con un compagno accanto. Che però non hai.
E ti senti riempita da un enorme senso di vuoto.
E allora preferisci stare a casa, da sola, ed improvvisarti Masterchef tentando di preparare una crostata di marmellata di fragole da portare ai tuoi per il pranzo di domani. Sistemi tutti gli ingredienti sul tavolo, tieni il Martini Bianco a portata – molto a portata – di mano, apri per bene il libro da dove hai scelto la ricetta, inizi a pesare ogni cosa con dedizione e amore sulla bilancia elettronica di precisione che fino ad allora avevi sempre solo usato per specchiarti i denti.
In Tv danno Pretty Woman. Lo conosci a memoria, ma non puoi evitare di guardarlo perché ogni volta ti ricorda com’eri la volta prima che l’hai visto, e questa situazione ti fa troppo ridere, perché è la migliore delle malinconie che potresti provare.
E’ la notte di Natale, e per il terzo anno di fila lo passerai con la sua famiglia, aspettando il momento in cui lo vedrai uscire di casa per rispondere a quel messaggio, e vedrai nei suoi occhi una sfumatura di condivisione che con te non ha più da chissà quanto.
Ci pensi, e ti senti riempita da un enorme senso di vuoto.
E vorresti mollare tutto per scappare il più lontano possibile da lui, da lei, dalle vostre famiglie che sembrano non volersene accorgere, dai vostri bambini. Oddio no, i bambini no. I bambini sono i vostri, sono i TUOI bambini, e non puoi togliere loro tutto quello che si aspettano accada domani. La casa dei nonni che sa di arrosto e i regali sotto l’albero che sono sempre il doppio rispetto a quello che pensano e mamma e papà che la sera li portano al cinema. Mamma e papà. I tuoi figli ti vivono in relazione ad un altro nome, e quando il loro cuore prende fiato per chiamarvi, prende il fiato necessario per pronunciare due nomi.
Così non hai scelta, e sopporterai un altro Natale da scenetta di scuola, proprio te che a Natale a scuola manco facevano recitare le poesie, e questa situazione ti fa troppo ridere, perché è il peggiore degli amori che potresti provare.
Il tuo compleanno è passato da tre ore. Quindi, considerando che ti sei svegliata alle 8 e ora sono le 3, oggi sei stata sveglia e vigile per 19 ore. E qual è stato il tuo unico, costante pensiero? Lui. O più precisamente: chissà-se-lui-scriverà-sta-scrivendo-perché-cazzo-non-scrive?
Te lo stai chiedendo anche ora, mentre ti togli il trucco dopo essere appena rientrata da una cena in uno di quei locali di tendenza dove prima mangi e poi ti tolgono il bicchiere di sangria dalle mani perché devono sparecchiare e smontare e far sparire posate-tavoli-tovagliati e tempo neanche due minuti ti rimettono in mano un bicchiere di mojito e ti scopri a ballare con i tacchi dove prima tenevi la forchetta.
Perché non mi ha scritto?
Ci pensi, e ti senti riempita da un enorme senso di vuoto.
Perché non ha scritto? Te lo stai chiedendo mentre realizzi che tra social, telefonino, mail e un paio di chiamate via skype hai ricevuto gli auguri da quasi 500 persone, regali da quasi 20 e sei riuscita ad abbracciare una per una tutte le persone che contano di più nella tua vita. E se proprio vogliamo dirla tutta, era da un secolo che non ballavi così tanto, probabilmente dai tempi in cui andavano ancora di moda i balli di gruppo. Coco Jumbo ed Electro Boogie. Oddio, ma te li ricordi ancora?
E proprio lì, alle 3 di notte passate, con gli occhi uno struccato e uno no, davanti allo specchio del bagno, inizi a canticchiare quelle canzoncine e a fare uno per uno tutti i passi che hai impressi nella tua mente come la filastrocca delle preposizioni semplici di-a-da-in-con-su-per-tra-fra, e questa situazione ti fa troppo ridere, perché è la migliore delle malinconie che potresti provare.
Il tuo compleanno è passato da tre ore. Quindi, considerando che ti sei svegliata alle 8 e ora sono le 3, oggi sei stata sveglia e vigile per 19 ore. E qual è stato il tuo unico, costante pensiero? Ti prego, fa’ che non rovini tutto anche stavolta.
Perché state insieme da quattro anni, ma invece di avvicinarvi vi state allontanando, e lui sembra non accorgersi della persona che ha davvero accanto. Sembra vivere una storia per conto suo, senza rendersi conto che stai male e ti sta perdendo e tutto quello che vorresti è soltanto che ti amasse come i primi tempi e te lo dimostrasse con piccoli gesti. Piccoli, e fatti per te.
La tua preghiera non è servita.
E mentre ci pensi, ti senti riempita da un enorme senso di vuoto.
Tra social, telefonino, mail e un paio di chiamate via skype hai ricevuto gli auguri da quasi 500 persone, ma non hai potuto rispondere a nessuno perché lui non ama queste cose e ti gela con lo sguardo ogni volta che tenti di aprire anche solo la tua posta personale, e stasera ha invitato i suoi amici a casa tua per soffiare tutti assieme su quelle tue fottutissime candeline, e si è presentato per ultimo arrivando con un millefoglie enorme a due piani – peccato che tu odi il millefoglie – e ti ha regalato un profumo costosissimo – peccato che tu usi da anni la stessa acqua profumata al tè verde che trovi al mercatino – con un mazzo di rose enorme – peccato che tu odi le rose, perché per come state valgono più le spine dei petali e quasi quasi poi le metti nel vaso come Morticia Addams , si sa mai voglia cogliere l’allusione.
Tutti vi applaudono mentre ti bacia a stampo, e a te viene in mente il bacio con cui Fabio Grosso baciò la Coppa del Mondo nel 2006 – altresì detto, come si bacia un trofeo –e questa situazione ti fa troppo ridere, perché è il peggiore degli amori che potresti provare.
Ecco, questi sono solo due esempi. Che magari possono anche non dirti niente. L’importante è che tu ricordi sempre la regola di oggi: quando ti assale il mal di pancia da malinconia, e senti che quello che non hai ti fa più male di quello che hai avuto, pensa che da soli possiamo sempre stare meglio, ma salvarsi quando si sta male con qualcuno è molto, molto più difficile.
Te lo dice una che, quando si ballavano i balli di gruppo, c’era. E le piaceva pure.