TIENI UNA CORONCINA DA PRINCIPESSA IN CASA
Qualche giorno fa ho ritrovato questa foto. Sulle prime ho sorriso, poi ho ripensato a quello che era accaduto a causa sua, perché una foto vale non tanto per quello che raffigura, ma per i ricordi che fa riaffiorare. E quel giorno, in pieno periodo di carnevale, ero arrivata in ufficio con la corona e l’avevo tenuta in testa tutto il giorno. Mi sentivo simpatica, e giusta. Perfettamente allineata al di fuori con quello che ero al di dentro.
E avevo deciso di impostarla come profilo whatsapp. Dopo neanche 5 minuti, mi scrive l’ormai famoso Muffa: “sei dolcissima in questa foto”. E io mi sento la persona più dolce del mondo, e felice. Sorrido a tutti con la piena convinzione di spargere dolcezza: una portatrice sana di Pollyannesimo.
Qualche settimana dopo sto andando a Parigi con un altro collega; ci fermiamo in autostrada per il pieno; è buio, siamo in viaggio da 8 ore. Fuori fa freddo e nevica; ma la neve è romantica e il freddo fa bene alla pelle, penso io che sono una ragazza dolcissima e che di conseguenza ho la sindrome di Pollyanna che mi scorre nelle vene come un antidolorifico alle sfighe del mondo. Mentre il collega è dentro che paga, il suo cellullare rimasto sul cruscotto si illumina; gli è arrivato un messaggio, e il mittente è Muffa. Non resisto, e apro la conversazione. E scorrendo i messaggi, leggo proprio un commento di Muffa a quella mia foto. Che era questo: l’espressione descrive quello che lei è per me, una gatta attaccata ai maroni.
E la prima cosa che penso non è che lavoro con due stronzi, ma che Muffa ha ragione e io sono davvero brutta e fastidiosa e stupida, e il mondo fa schifo, e io odio la neve e spero di morire ed andare all’inferno per non dover più patire questo freddo del cazzo.
Oggi ripenso a quel periodo, e mi rendo conto che ho sempre vissuto così, lasciando a chiunque il potere di decidere cosa sono. Sentirsi bella solo se ti dicono che sei bella, e giusta solo se ti dicono che sei giusta, e cattiva se ti fanno passare per cattiva e stupida se ti trattano da stupida e piccola se ti rimpiccioliscono. Principessa se ti trattano da principessa e Cenerentola se ti mettono di fianco al focolare.
Ma tu, chi sei davvero? Sei quella che dicono gli altri o sei quella che sai di essere? Tu sei tu, e nessuno ti conosce meglio di te. Non permettere a nessuno di stabilire il tuo ruolo.
Sei l’unica che può decidere se vivere ogni giornata da principessa o da Cenerentola. Poi, troverai sempre nel tuo cammino qualcuno che preferisce saperti triste; alle persone piccole la felicità degli altri dà noia e fastidio, perché sottolinea la loro responsabilità nella vita mediocre che conducono.
Tu vai avanti per la tua strada sempre, e se ti dimentichi di quello che sei, fai come faccio io: tieniti una coroncina da principessa – proprio di quelle che si vendono a carnevale – pronta all’uso; mettila in testa, guardati allo specchio e sentiti importante. E poi alza la mano e fa’ ciao ciao agli stronzi come se fossi la principessa Kate; o come Cenerentola mentre salutava dalla carrozza le sorellastre (anche se secondo me in quel caso….non era tanto la mano sollevata, quanto il dito medio!).