IL DOPPIO GIOCO DEL DOPPIOGIOCHISTA
Immagina di essere ad una festa, in una calda domenica d’agosto.
Immagina che quella festa sia a casa del ragazzo con cui stai da più di due anni – anche se lui preferisce non dire che state insieme, ma si avvale della facoltà di usare l’espressione “ci stiamo frequentando”. Un paraculo verbale, insomma.
Immagina che l’invito a quella festa sia arrivato dopo più di due anni di una storia difficile e complicata, passata attraverso più bassi che alti, che a ripensarci oggi ti chiedi se era davvero amore o soltanto masochismo. Domanda retorica, ovviamente.
Immagina che a quella festa abbia preso parte tutta la sua famiglia: sia i parenti che hai conosciuto in questi due anni tra cene e pranzi, sia i parenti più lontani, ed immagina lui mentre ti presenta il cugino di cui ti aveva tanto parlato, e la nonna che ancora non avevi conosciuto.
Immagina che a quella festa ci siano anche tutti i suoi amici: quelli più cari – che conosci e frequenti da più di due anni – e quelli che non avevi ancora avuto modo di incontrare. First ladies comprese.
Immaginati mentre arrivi, e gli occhi di tutti cadono su di te: qualcuno viene a salutarti, qualcuno ti abbraccia, qualcuno viene e si presenta. Qualcun altro ti guarda da lontano, con qualche sorriso allusivo.
Immagina che questa calda domenica d’agosto preceda di soli 4 giorni il tuo compleanno.
Immagina il momento in cui siete tutti seduti attorno ad un tavolo, fuori, in giardino, e lui vicino a te ad un certo punto si alza e dice: ragazzi, ho un annuncio da fare.
Immagina il tuo cuore che iniziare a rullare, le guance ti si fanno più rosse, le labbra iniziano a sorridere e gli occhi un po’ si abbassano timidi ed increduli di fronte al momento che stanno per vivere. Finalmente.
Immagina la sua voce mentre, in piedi a fianco a te, una mano sulla tua spalla, dice a tutti: “Ho deciso di costruire la piscina in giardino”. Immagina tutti che ridono, lui per primo; immaginati mentre sorridi anche tu, ma con qualche secondo di differita perché devi mandar giù un altro momento di delusione che nessuno deve notare. L’ennesimo rospo avvelenato che devi ingoiare. Tu, cresciuta credendo che gli unici rospi con cui avresti avuto a che fare sarebbero diventati tutti principi. Sogna ragazza sogna.
Immagina di ritrovarti dopo qualche minuto sola, seduta al centro fra altre due ragazze: una sua amica storica, e la morosa del suo migliore amico, che in teoria è anche amico tuo. Sei seduta, tieni in mano un bicchiere di plastica con quel che resta di un prosecco caldo e sgasato. Immagina di essere lì mentre le due conversano, e l’argomento di conversazione è proprio il ragazzo con cui stai o che frequenti – fanculo anche le definizioni – da più di due anni, e una dice all’altra sai, gli abbiamo presentato una tipa giovedì scorso, chissà che metta la testa a posto. E ridono. E sorridi anche tu, ma è solo un movimento, riflesso condizionato delle tue labbra abituate a fingere, a far finta di niente, e allora ridono perché vorrebbero gridare, ma non si può.
Dopotutto, sei ad una festa.
Ora immagina l’espressione di lui, mentre lo raggiungi in cucina che taglia ancora qualche fetta di salame, e gli pianti gli occhi negli occhi e gli chiedi se sia vero, e lui minimizza, sbuffa, ti dice che se credi non sia il ragazzo giusto per te, allora puoi anche prenderti un periodo di pausa. Tu.
Immaginati poi mentre guidi verso casa, arrabbiata e stanca. E nei 40 minuti di strada passi in rassegna tutti gli episodi che ci sono stati prima, e t’incazzi ancora di più perché ti rendi conto che lui è sempre stato così. Un doppiogiochista, abituato a dare a chiunque la versione di sé più conveniente, ma mai realmente onesta, sincera.
Doppiogiochisti si nasce, non si diventa. Casomai, col tempo si perfeziona l’arte, si imparano piccole e nuove astuzie da mettere in pratica, ma l’indole è quella. Faccia tosta, sorriso smagliante e perfetta capacità di rivoltare sempre e comunque chiunque e qualsiasi cosa. Come piangere sulla tua spalla in preda ad una crisi esistenziale un giorno, e farsi immortalare in spiaggia abbarbicato alle tette di una moretta il giorno dopo. Tu lo scopri dalle foto su un social, gli chiedi una spiegazione e senza il minimo turbamento lui ti snocciola la fregnaccia del giorno: con gli altri devo fingere ma con te posso essere me stesso. Certo. E Gargamella ha fondato la Lega Pro Puffi.
L’aspetto positivo, quando devi fronteggiare un personaggio così, è che il doppiogiochista lo si sgama sempre, prima o poi, e alla fine il male maggiore lo fa a se stesso, l’unica persona che tradisce davvero.
L’aspetto negativo, purtroppo, è che dopo averne conosciuto uno, credi che tutti siano della stessa razza, e la difficoltà maggiore sta nel riuscire a fidarsi di qualcun altro, perché rischi di pensare che possano fare tutti così. Ma non è vero. Belle persone al mondo ce ne sono, e tante. Così come ci sono tanti uomini che vale la pena conoscere, perché se trovare la nostra anima gemella è sempre più difficile, che un uomo possa anche diventare un amico straordinario capita.
Immagina. Puoi.