Regola#4nonbloccarelafelicità

 

 

#4
Non c’è niente che blocca di più la felicità, che non essere pronti per essere felici

NON BLOCCARE LA FELICITA’

Non c’è niente che blocca di più la felicità, che non essere pronti ad essere felici.
E la conseguenza diretta di questo è una sola: troppo spesso diamo la colpa a fattori esterni per le cose che non vanno come vorremmo nella nostra vita.

E’ colpa del tuo uomo se non sei felice, è colpa dei tuoi genitori se non riesci a gestire i tuoi figli, è colpa delle tue amiche se non vi vedete mai, è colpa del tuo capo se soffri di colite da stress già alle 8 del mattino. Scusa, e tu che ruolo pensi di avere in tutto questo, dato che l’unico fattore in comune fra il tuo uomo, i tuoi genitori, i tuoi figli, le tue amiche, il tuo capo, SEI PROPRIO TU?

Pensi di essere davvero così insignificante da permettere continuamente a tutto quello che è altro da te di influenzare la tua vita? No! Perché tu sei una gran donna; quindi il potere di decidere se vuoi essere felice, spetta solo a te.

Vuoi un esempio? Ok. Prendiamo la mia vita sentimentale.
Sono stata insieme per anni (non esagero, per anni) con un ragazzo che mi adorava, ma che io non amavo più, eppure non riuscivo a lasciarlo. Dopo di lui, ho frequentato per due anni un tipo che mi ha trattata come una scarpa vecchia da buttare via praticamente per tutto il tempo. Eppure non riuscivo a lasciarlo. In entrambe le situazioni, ho sempre trovato una scusa dietro l’altra per trascinarmi appresso delle storie tristi, che non erano mie.
Dentro di me sentivo che portare avanti quelle storie era la cosa peggiore, eppure giorno dopo giorno mi ci accanivo con cattiveria e determinazione (che assieme fanno un mix quasi diabolico). 
Mi sentivo in gabbia, senza via di fuga; stavo male accanto a loro ma non riuscivo a farne senza. Era come se fossi incastrata in un destino che non era il mio, non mi apparteneva, eppure sembrava inevitabile. L’unico possibile.

Ero infelice ma non facevo nulla per cambiare.

La mia storia andava male, quindi la mia vita andava male, quindi facevo andare male il mio lavoro e stavo incrinando incredibilmente la mia vita sociale. Le mie amiche non ce la facevano più a sentirmi dire le stesse cose e a darmi gli stessi consigli che ovviamente non seguivo. Non ce la facevano più a vedermi piangere come se il mondo stesse per finire da un momento all’altro.

Ero in un vicolo cieco. Finché non ho aperto gli occhi, e ho capito che era tutta colpa mia.
La felicità stava facendo di tutto per entrare nella mia vita, ma io la bloccavo perché in realtà non volevo essere felice. Preferivo una vita segnata dall’abitudine all’autocommiserazione, piuttosto che prendermi il rischio di essere felice.

Perché, ragazza mia che stai leggendo queste righe, la felicità comporta dei rischi. Notevolissimi e pericolosissimi.

E difficilmente una donna – geneticamente votata alla ricerca della sicurezza – accetta consapevolmente di lasciarsi andare al rischio. Dimenticando che la felicità – a volte – è un fluire naturale nell’accettazione delle cose che accadono.

Prova ad immaginare la felicità non come una meta irraggiungibile od un sogno irrealizzabile, ma come l’aria semplice e pura che entra dalla finestra. Quando apri le finestre di casa, puoi bloccare l’aria, puoi impedirle di entrare? No.

Ecco, con la felicità funziona nella stessa maniera.
Lasciala entrare nella tua vita. Le conseguenze di qualsiasi cosa e di qualsiasi scelta che facciamo si affrontano, così come si affronta tutto nella vita, ogni giorno.

Fa’ il primo passo: accetta di essere destinata ad essere felice.
Lo comincerai a diventare proprio in quell’istante lì. E ti si aprirà un mondo.

 

 

 

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