Regola#51nonsonoiochehomentito,seituchenonmelhaichiesto

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…la colpa è nostra, se non abbiamo una mini Jessica Fletcher posata sulla spalla che al momento giusto ci sussurra all’orecchio…

NON SONO IO CHE HO MENTITO, SEI TU CHE NON ME L’HAI CHIESTO

E mi tocca tornare a parlare del caro, vecchio, indimenticato Muffa, il mio ex (vedi regola#7, #9, #13, #16 e #27) che per quanto riguarda le regole dedicate alle cazzate più idiote che gli uomini riescano a dire non solo vince il primato, ma balza direttamente alla ribalta come lo sbaglio più prolifero di tutta la mia vita.

Muffa, mi ci volevano queste regole per darti un senso!

Ci eravamo conosciuti la seconda settimana di gennaio; avevo iniziato un nuovo lavoro, e lui era uno dei colleghi. Stretta di mano, piacere di conoscerti, quella è la tua scrivania, grazie, quanti anni hai? vivi da sola? sei single? Ok ragazzi, possiamo provarci. Prende il mio telefono, memorizza il suo numero e si manda uno squillo.

Si, lo ammetto, l’esordio non è stato dei migliori, ma gli arroganti pigri mi erano sempre piaciuti. E poi lui mi faceva ridere, e diosolosa quanto noi donne abbiamo bisogno di una persona accanto che ci faccia ridere.

Inizia a scrivermi quella sera stessa, e non smette più. i suoi messaggi diventano una certezza quotidiana e costante, come lavarmi i denti minimo tre volte al giorno. E tra una battuta e una confidenza, inizio ad affezionarmici.

E un giorno dopo l’altro, inizia a piacermi. Di brutto.

Dai messaggini passiamo alle telefonate, lunghissime, in cui ci diciamo tutto. Il tono diventa sempre più intimo, e tra i suoi “vorrei essere lì con te” e un “ti ho sempre in mente”, grulla come sono, dopo qualche settimana ci casco in pieno, di pancia, come un tuffo che prendi con la rincorsa ma scivoli poco prima di bordo vasca e ti ritrovi a piombare in acqua elegante come il pesce bavosa e leggera come un leone marino obeso.

Buongiorno-buonpranzo-telefonata lunghissima – buonanotte. Lo schema si consolida.

Il giovanotto ai primi di febbraio deve partire per la Spagna, in trasferta di lavoro. Trascorrerà via il San Valentino. Che sfiga, penso io, era l’occasione giusta per il nostro primo appuntamento. Scherziamo entrambi su questo. Parte, e mi scrive dall’aeroporto e dall’albergo e dall’ufficio e dall’albergo. Ogni giorno.

14 febbraio. San Valentino. Si ecco appunto.

Ore 6.30: arriva il suo buongiorno

Ore 8.00, ricevo il seguente messaggio: buon san valentino amore! Mittente: sconosciuto. Avevano sbagliato.

Ore 12.00, pranzo di lavoro. Una delle mie colleghe più meravigliose annuncia a tutti che aspetta una bimba, la sua fantastica Luna. Evviva (per lei), un po’ di malinconia (per me). Proprio oggi.

Ore 12.15, ecco il suo messaggio. Puntuale come un orologio. Il testo che riflette il suo alto contenuto emotivo ed intellettuale: “Ehi…”

Ore 12.16. Una nostra collega si accorge che sorrido, mi chiede come mai, le confido del messaggio. Mi fissa stupita, e imbarazzata. Ha qualcosa da dirmi ma non sa come fare. Poi tutto d’un fiato le esce quella frase: “Guarda che ha la ragazza da due anni; vive in Spagna, e adesso lui è con lei”.

Alzo lo sguardo per cercare le telecamere e il cartello “Scherzi a Parte”. Non c’è.

Dalla colonna vertebrale mi sale un brivido. Black-out. Ho provato uno stato assoluto di black-out, come quando stai scendendo le scale di un condominio dove sei stata per la prima volta e ti si spegne la luce a metà, e tu resti lì che non sai se salire o scendere, e non vedi un accidenti, e hai paura di cadere.

Quel che è accaduto dopo si riassume in due righe: io che gli scrivo una mail infuocata, e lui che risponde semplicemente così: “non sono io ad averti mentito, sei tu che non mi hai lasciato parlare. Se me l’avessi chiesto, te l’avrei detto che avevo la ragazza”.

Se me l’avessi chiesto, te l’avrei detto.

Ragazze, se tutte quelle fra noi che si sono sentite dire una frase questa si dessero la mano, credo faremmo il giro del nostro sistema solare almeno due volte.

Tuttavia, a ripensarci ora, credo Muffa avesse ragione. Voglio dire, la colpa è nostra, se non abbiamo una mini Jessica Fletcher posata sulla spalla che al momento giusto ci sussurra all’orecchio cose del tipo: “quando ha detto che ti ha sempre in mente intendeva che può averti solo in mente perché è già fidanzato”, oppure “quando ha detto che vorrebbe essere lì con te intendeva che vorrebbe ma non può perché è sul divano a guardare la tv mentre la sua fidanzata è andata in cucina a versare ancora del vino rosso sui bicchieri”.

Ah, cara Jessica, scommetto che pure a te almeno una volta è capitato di sentirti dire una frase del genere. E posso anche immaginare la risposta che hai dato al tipo, prima di uscire sbattendo la porta con la tua longuette in lana cotta, il pullover con le maniche rimborsate, il girocollo di perle e l’espressione di Madame Curie quando ha scoperto i raggi X sapendo che il merito era tutto suo ma avrebbe dovuto dividere il Nobel col marito. Sono sicura che hai detto esattamente queste parole qui.

Suvvia. Orsù. Maffavanculova!

 

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