
ESPRIMI I TUOI DESIDERI CON CURA. ANCHE SE SI TRATTA DELLA LISTA PER NATALE
Ho scelto di rispondere con entusiasmo all’invito degli organizzatori del #blackfridaypadova e compilare la mia #listadeidesideri, ma mettendomi a scrivere – e sognare – mi sono resa conto che ne è uscito qualcosa di più di un elenco di oggetti che vorrei avessero il mio stesso domicilio.
E visto che siamo praticamente già entrati nel periodo da luminarie colorate e jingle-bells-jingle-bells, provo a sfruttare la “magia del Natale”, sperando che qualcosina da questa lista arrivi davvero. E come capirai da sola, amica mia, non sto parlando dell’I-Phone 6…
Come faccio spesso, ti consiglio di ascoltare la canzone “Twinkle, twinkle, little star”, non nella versione originale da neonati, ovviamente, ma in quella seducente e soft di Fredrika Stahl. Così si crea l’atmosfera giusta.
“Caro Gesù Bambino, cara Stella-Stella-di-lassù-fa-che-mi-ami-pure-tu-stella-stella-su-nel-cielo-fa-che-lui-sia-sincero, cari Babbo Natale, Rudolph the-Red-Nosed-Reindeer, Befana che vieni di notte, Pulcino Pio che vai sotto al trattore e Fata Turchina, quella che segue è la mia Lista dei Desideri per il Black Friday Padova 2014, alias le 10 cose che più di tutte vorrei riuscire a far mie durante la serata dello shopping più sfrenato dell’anno.
So bene che in realtà sono tutti oggetti che posso benissimo comprarmi da sola, con giusto un po’ di organizzazione e la dose di velocità e destrezza che l’evento richiede; ma dietro ad ogni oggetto si nascondono desideri un pochettino più sottili, ed è proprio per realizzare quelli che il vostro aiuto mi serve tutto, e ci aggiungo anche il potere del Trio delle sorelle Prue, Piper e Phoebe Halliwell e la formula magica che le Winx hanno indebitamente preso in prestito da Magica Amy.
- Il nuovo Iphone-6, appena appena sfornato dalla Apple, con la cover personalizzata Eustachia BonTon, e con tutte le app per gestire la mia vita con perfezione e precisione sotto ogni punto di vista . Voglio sapere che tempo farà prima ancora che l’Arpav analizzi i logaritmi, e voglio vantarmi di conoscere l’ultima notizia ansa prima ancora che accada. Voglio che le mie foto abbiano talmente tanti pixel da sembrare in 3D, che i miei video facciano impallidire anche i fratelli Cohen e che il software Siri sappia aiutarmi senza che io debba manco parlare, ma semplicemente leggendomi nel pensiero. Tuttavia, un mezzo così potente per comunicare non serve una cippalippa, se non ho persone accanto con cui ho voglia di condividere la mia vita; e allora datemi anche un buon numero di amici che mi conoscano davvero, e mi amino per quella che sono.
- Un paio di anfibi neri, uguali identici a quelli che andavano di moda negli anni ’80 quando noi adolescenti ci ritrovammo a scegliere da che parte schierarci fra i paninari e i metallari. All’epoca scelsi la prima opzione, non tanto perché amassi i vestiti griffati (che per inciso manco potevo permettermi), ma perché all’epoca al nero preferivo i colori, alle borchie il cerchietto con fiocchetto e al chiodo il finto bomber Best Company. Oggi però più che a una squinzia sono vicina all’immagine di una milf tatuata e aggressiva qb (quanto basta) o apg (al punto giusto), quindi preferisco gli anfibi. Tuttavia, qualsiasi paio di scarpe perderebbe di efficacia, se non avessi un cammino da percorrere; e allora datemi sempre una strada da scegliere: che sia diritta o piena di curve, che sia formata da tanti mattoni gialli o piena di buchi e pozzanghere, ma basta che mi porti avanti, avanti sempre.
- Un ombrello super fashion e top original, di quelli stampati con le frasi ad effetto che ti fanno riflettere più di un trattato di Kierkegaard sulla felicità. Frasi del tipo: “Ti accorgi che il tergicristallo è rotto quando piove”, o “Anche i pesci sanno soffrire in silenzio”. Ecco, però non serve che io suddetto ombrello debba usarlo così spesso quanto fatto finora, e cioè praticamente tutti i fine settimana da giugno a settembre, perché tanto mi sentirei figa lo stesso, anche a tenerlo chiuso in macchina. Quindi per l’anno prossimo datemi più giorni di sole, che di pioggia. Intesi?
- Una gonna corta a palloncino, in una fantasia che ricordi i quadri di Klimt o Rembrandt, magari a vita alta per nascondere la pancia da colite ed evitare che tutti mi chiedano di quanti mesi sono incinta. Una gonna di quelle che ti fanno sentire davvero bella, e quindi tanto sicura di te da riuscire ad abbinarla con tutto ed essere comunque chic. Una gonna che puoi sfoderare in tutte le occasioni sentendoti sempre in pendant con il contesto che ti circonda. Ecco, magari datemi anche le occasioni giuste per usare la gonna, e fate in modo che la mia vita sia costantemente riempita di nuovi stimoli ed emozioni all’insegna della cultura e di tutto ciò che mi faccia venire stupore e pelle d’oca. Datemi un sabato pomeriggio al cinema con la mia nipotina per vedere l’ultimo cartone della Barbie (gonna a palloncino color prugna con cerchi viola scuro + stivale da cavallerizza + maglioncino nero+giacca in pelle nera) e datemi una jam session di percussioni e fiati da assaporare in silenzio con la sorella del mio ex (gonna a palloncino in raso bordeaux + calze nere coprenti + decolleté nero tacco 12+ camicetta bianca in chiffon + giacca da uomo nera con risvolto nelle maniche e cintura nera in vita). Ma non lasciate mai la mia anima priva di interessi.
- Un completino intimo in pizzo nero, di quelli che ti guardi allo specchio e ti senti Monica Bellucci anche se non hai la sua bocca corrucciata come se le dispiacesse avere cinquant’anni ed essere ancora una delle donne più gnocche e seducenti del pianeta. Ecco, il completino lo scelgo, lo provo, lo pago e mi predispongo per indossarlo io medesima. Voi però vedete di darmi un uomo che sappia apprezzarlo, o con cui posso almeno tentare di sfoggiarlo, perché andando avanti di questo passo rischio di passare tutta la vita indossando il completino intimo in pizzo nero sotto al pigiama con l’asinello Ih-ho, definito da Wikipedia “un vecchio, grigio asino di pezza, pessimista e depresso, amico di Winnie-the-Pooh”. Pessimista e depresso come le mie lenzuola, per l’appunto.
- Un anello a sigillo, in argento, e con la mia iniziale incisa sopra. Un anellino di quelli un po’ retrò, da portare al mignolo della mano destra, così posso vedere la mia iniziale ogni volta che devo firmare qualcosa, e mi faccia sentire sicura in quello che faccio, padrona del mio destino, unica in tutto il mondo. Ecco, già che sono in gioielleria, se proprio non vi dispiace, unendo le vostre forze mistiche e magiche e potenti, cari Gesù Bambino e Babbo Natale e stella e stella eccetera eccetera, magari un povero cristo che un giorno vada in un negozio come questo e scelga per me un piccolo solitario, o direttamente una bella vera in oro giallo su cui scrivere i nostri nomi e una data, potete mandarmelo per favore? Non per essere ripetitiva rispetto al desiderio n.5, ma giusto per ribadire il concetto che ormai il mio fiore è sbocciato, anzi, sono un frutto oramai maturo; che se aspettiamo ancora un po’, più che cogliermi, cado da sola e mi si può usare solo per fare la macedonia. Rendo l’idea?
- Un libro, un libro qualsiasi, perché non è vero shopping se non si compra anche e almeno un libro. Che sia la raccolta di poesie di Nazim Hikmet, o il bignami di tutta la saga di Harry Potter, o l’ennesima edizione di Jane Eyre in lingua originale, o l’ultimo libro di Erri De Luca o David Grossman, un libro va comprato sempre. Anche solo per regalarlo a qualcuno che sai potrebbe trovare in quelle parole la risposta giusta alle sue domande. Ecco, appunto: datemi sempre la capacità di ascoltare le persone che ho accanto, e l’intuizione per dire loro le cose giuste. (Il mio consiglio se devi regalare il libro ad un uomo? Questa Storia, di Alessandro Baricco. Per una donna invece, Che Tu Sia Per Me Il Coltello, di David Grossman).
- Un rossetto rosso fuoco. Perché bisogna sempre tenere in casa un rossetto rosso fuoco (vedi regola#11 di Eustachia BonTon).
- Un piccolo mazzo di gerbere colorate, da regalarmi da sola e da portare a casa, e da sistemare con cura e amore: prendere il vaso, riempirlo d’acqua, togliere i fiori dalla carta, metterli nell’acqua, sistemarli per bene, posizionarli al centro del tavolo, sedermisi di fronte e guardarli sorridendo. Perché certo, ad ogni donna piace ricevere dei fiori. Ma nulla vieta che ogni tanto ce li si possa regalare anche da sole, e godere dei loro colori che alla fine riflettono anche i nostri. Ecco, a questo proposito, fate in modo che io impari a volermi un po’ più bene tutti i giorni; perché se non me ne voglio io, faranno ben fatica a volermene gli altri.
- Una bottiglia di Martini Bianco, e un barattolo di tisana al finocchio. Perché ogni donna con la D maiuscola deve avere in casa sia uno che l’altro, e saperli assaporare entrambi, al momento giusto. A questo proposito, mi raccomando, fate che io sia sempre in grado di capire quand’è il momento giusto per servire uno o l’altro, perché non è il caso che io offra il Martini al prete che viene a benedirmi l’appartamento, e prepari all’uomo con cui sono uscita una tisana al finocchio sperando che poi voglia tentare di scartarmi come un bacio perugina per vedere che frase nascondo.
Ecco, mie care Fatina e Befana e tutti gli altri della lista, vi consegno questi dieci desideri per rendere perfetto il mio Black Friday Padova 2014. Che già solo ad affidarli a voi, mi sembra quasi si siano realizzati per metà.
Twinkle, twinkle little star, how I wonder what you are…