CONTROLLA IL DESTINATARIO PER BENE, QUANDO MANDI UN MESSAGGIO
Era un sabato pomeriggio.
Era un sabato pomeriggio di marzo, ed erano 9 mesi che non uscivo con un uomo; e quando dico “uscivo”, non intendo solo “uscivo” in senso figurato, ma metaforico. Talmente metaforico che mi ero praticamente dimenticata come si fa.
Era un sabato pomeriggio di marzo, ed era passato talmente tanto tempo dall’ultima volta, che ero tornata vergine, per capirci.
Ma le cose stavano per cambiare, perché avevo conosciuto un ragazzo molto interessante, e avevo già superato le prime tre fasi: aperitivo, apericena, cinema dopo l’apericena. Eravamo al quarto appuntamento, quello in cui l’oliva del Martini gliela servi tu direttamente dall’ombelico. Detta anche: la fase aperiEustachia.
Per prepararmi all’evento di una così evidente portata storica, avevo fissato un lungo appuntamento dalla mia estetista, giusto per farmi trovare liscia, morbida e – casualmente, par bleu – depilatissima. Ma come capita sempre in questi casi, avevo dovuto annullare l’appuntamento all’ultimo per un improrogabile impegno di lavoro. Perdindirindina (in realtà non era esattamente la parola che avevo detto).
Ero in riunione, circondata dai colleghi con i quali si stava pianificando la prossima campagna promozionale per lanciare il nostro ultimo prodotto di punta. Siamo in otto attorno al tavolo ovale, io l’unica donna. Silenzio tombale. Dobbiamo scegliere lo slogan, siamo in ufficio dal mattino, ed è sabato, quindi abbiamo tutti giustamente un gran mal di testa e un giramento ancora maggiore di ‘oglioni – per dirla alla toscana.
Vista dall’esterno io sembro quella più assorta, che par quasi di vedermi il cervello sfornare un’idea dopo l’altra come se avessi Antonio Banderas versione fornaio dentro le meningi, quando in realtà sto solo pensando al modo migliore per depilarmi in tutta velocità, lavandomi contemporaneamente i capelli, truccandomi, passando in rassegna mentalmente l’armadio per decidere cosa mettermi, abbinando scarpe-orecchini-anello-collana ai vestiti che – sempre mentalmente – ho appena scelto e confrontandomi via skype con la mia migliore amica su ogni punto precedentemente elencato.
Mi immagino la scena, e conoscendomi so perfettamente che rischio di usare la crema depilatoria al posto del gel, di piastrarmi i capelli col rasoio e passarmi il fondotinta in polvere con le strisce depilatorie invece del pennello. Che non è esattamente la stessa cosa.
Presa dal panico, decido di mandare un messaggio alle mie estetiste per una consulenza immediata sulla modalità migliore per il risultato più efficace.
Prendo il telefono e comincio a girarlo fra le dita tipo majorette della guerriglia marketing, e stando bene attenta che nessuno se ne accorga, faccio finta di toccare i tasti a caso e intanto digito al volo il seguente messaggio: “per Angela e Luisa. C’è la concreta possibilità che stasera io possa doparare (in italiano=usare) la mia farfallina – e non sto parlando di dare aria al tatuaggio – ma non riesco a passare da voi. Faccio tanti danni se mi dò una passatina di crema depilatoria dall’ombelico in giù? Baci”. E lo invio in tutta fretta, SENZA AVERE CONTROLLATO BENE IL DESTINATARIO, perché il mio responsabile mi ha sgamata e, soprattutto, non ho ancora trovato lo slogan geniale per la campagna, cosa che di solito spetta a me fare.
Sollevata dal pensiero che le mie guru del benessere sapranno darmi la risposta giusta, mi concentro due secondi, mi alzo, scrivo alla lavagna lo slogan, Eureka! Tutti contenti, saluti-e-baci-ciao-ci vediamo-lunedì.
Esco, salgo in macchina, corro verso casa, col sorrisetto ebete e compiaciuto di chi si sente un genio, perché in due secondi ho risolto la mia serata e ho trovato uno slogan fighissimo. A proposito di serata, è strano che le ragazze non abbiano ancora risposto al messaggio.
Semaforo rosso, controllo il cellulare.
CAZZO. Cazzo, cazzo, cazzo. Ho sbagliato invio.
Amica, controlla sempre bene il destinatario, quando mandi un messaggio di fretta. Anche se usi whatsapp. Anche, e soprattutto, se il tuo centro estetico si chiama LA MYA ESTETICA. E il nome che viene dopo nella rubrica è LA MIA MAMMA.
PS: Lo slogan era “venite a scoprire il nostro ultimo gioiello”. Non male per una macchina agricola che si chiama Corona….