Regola#33nonrimuginare

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…Ti piacerebbe assomigliare a questa mucca? NO! Beh, sappi che quando rimugini lo sei, tale e quale. Sei proprio identica. Sei TE quando pensi sempre alla stessa cosa!!!!! Ti piaci? Non credo. E allora NON-RI-MU-GI-NA-RE!…

NON RIMUGINARE

Il significato che l’enciclopedia Treccani dà del verbo “rimuginare” è il seguente:

Agitare rimescolando o rivoltando. Raro in senso proprio, è invece comune in senso figurato, agitare nella mente o nel cuore, pensare molto e a lungo sopra una cosa, quasi rivolgendola in tutti i versi. E poi segue un elenco di esempi, dai più tragici (stava rimuginando pensieri di vendetta) a quelli di stampo filosofico (rimase lì a rimuginare dentro di sé).

Ecco, una definizione come questa basterebbe da sola a rendere il verbo antipatico. Ma se vogliamo dare a questo termine la mazzata definitiva, una sorta di raccolta firme per farlo abolire del tutto, ti basti pensare a tutte le volte che ti sei trovata a non far altro se non questo.

Rimuginare sul passato, sui tuoi errori, sulle scelte sbagliate. Rimuginare su una cosa che hai detto o ti è stata detta; su una persona, su un episodio, su un incontro.

Rimuginare su una cosa brutta che ti è accaduta, su qualcosa che hai perso, su qualcosa che avresti voluto dire ma non ne hai avuto il coraggio. Su un’occasione mancata. Su una chance che non hai saputo cogliere. Su un periodo meraviglioso della tua vita che è passato e sai già che non tornerà più. Sul fisico che avevi 10 anni fa, sulle amicizie che non hai saputo coltivare. Sulle persone che ti hanno tradito, sull’amore che non sai saputo cogliere, o dare, o ricevere. Su un messaggio che non hai spedito, o sulla risposta che invece al tuo messaggio non è mai arrivata.

Rimuginare, rimuginare, rimuginare.

Rimuginare, rimuginare, rimuginare. Rimuginare, rimuginare, rimuginare. Rimuginare, rimuginare, rimuginare.

Non sei stanca di leggere questo termine?

Si?

E allora dovresti essere anche stanca di farlo!!! Perché non serve a nulla. E’ tutto tempo sprecato, energia buttata al cesso, neuroni che sfinisci per rincorrere un pensiero già bell’e sparito. E che alla fine ti fa venire solo un gran mal di testa – se ti va bene – o un attacco di colite – se somatizzi di stomaco.

Quindi, mia amica carissima, d’ora in poi, non appena ti ritrovi a pensare e ripensare alla stessa cosa con insistenza, fermati, e metti in atto l’esercizio che sto per illustrarti.

Pensa ad una mucca.

Quella della Milka non vale, pensane un’altra.

Visualizza una mucca bella cicciona, statuaria, piantata sul terreno con quelle sue quattro zampone grosse. Pensa al suo culone, pensa al suo muso rosa tutto moccioloni. Pensa alla sua lingua enorme, rugosa, che molto spesso e volentieri si infila nel naso alla faccia dell’eleganza. Pensa alla sua espressione buffa, distaccata da qualsiasi cosa terrena. Quasi serafica. Pensa ai pensieri di una mucca, che ha un solo compito ed una sola aspirazione nella vita: ruminare l’erba e farsi strizzare le tette per far latte. Mumble-mumble-mumble.

Ti piacerebbe assomigliare a questa mucca? NO! Beh, sappi che quando rimugini lo sei, tale e quale. Sei proprio identica. Guarda la foto che ho allegato alla regola. Sei TE quando pensi sempre alla stessa cosa!!!!! Ti piaci? Non credo.
E allora NON-RI-MU-GI-NA-RE!

Ora che ci penso…sarà per quello che hanno inventato il detto “non si piange sul latto versato? Boh. Anzi, muuuuu!

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