LA TEORIA DELLA CARNE CON LE PATATE
Se guardando l’immagine che ho allegato a questa regola pensi che stavolta si tratti di una ricetta culinaria, mi spiace dirtelo, carissima, ma sei fuori strada, perché la mia abilità ai fornelli si riassume ed esaurisce nell’uso del dito indice con cui premo play sul microonde dove ho felicemente inserito un piatto pronto della Bofrost. O dell’Eismann, giusto per par condicio.
Trattasi non di ricetta, infatti, ma di una teoria che sto per esporti con la stessa precisione con cui la Benedetta-cuoca-nazionale riesce a far sembrare contemporaneamente un’opera d’arte preparare il plumcake al müesli e una passeggiata fare le mele caramellate ripiene di mousse ai pinoli tritai a mano, il tutto in diretta, sorridendo, con aplomb ed eleganza, indossando i tacchi, senza sporcarsi mai nemmeno se sta cucinando con le maniche a sbuffo lunghe fino alle falangi e riuscendo pure a parlare col pubblico. Che ti verrebbe voglia di conoscerla semplicemente per chiederle: Benedetta. MA COME CAZZO FAI????
Comunque, suddetta teoria parte dal seguente postulato: una volta è un caso, due una coincidenza, ma tre fanno una regola. Mi spiego.
Negli ultimi ventiquattro mesi ho accettato diversi inviti a cena, ma in tre di questi è accaduto qualcosa di particolare. Erano stati organizzati da uomini (diversissimi fra loro in tutto) che si sono offerti di cucinare per me. Mi piace quando un uomo cucina per me, mi lusinga sapere che ha pensato a cosa preparare, magari è andato al supermercato apposta, e ora sta spignattando in vista del mio arrivo.
Ma in seguito a questi tre appuntamenti, ho notato una particolarità bizzarra: quando il menù prevede arrosto con le patate – anche nella variante pollo con le patate, filetto di orata con le patate, filetto di vitello con le patate ecc ecc – le finalità del cuoco sono sempre le stesse: mirare alla tua, di patata.
La prima volta, devo ammetterlo, ha funzionato, e non siamo manco arrivati al secondo; dopo la pasta, siamo passati al dolce. Al dolce far l’amore.
La seconda volta mi sono stupita della coincidenza, che dentro di me ho attribuito al fatto che – inconsciamente- mi piace lo stesso tipo di uomo che ama cucinare le patate al forno con la carne. Mi sono anche permessa di mangiare la portata in oggetto, prima di passare – diventare – il dessert.
Ma la terza volta, purtroppo, la situazione aveva il gusto del film già visto: sempre arrosto con le patate, sempre la speranza del lieto fine (per lui). Peccato che fossi a dieta, e la mia dietologa mi avesse proibito qualsiasi tipo di tubero. E dico, QUALSIASI TIPO DI TUBERO.
Quindi il mio consiglio, se un uomo ti invita a cena, è questo:
- Chiedi in anticipo che menù ha previsto, e se ti spara le patate come contorno, sai già dove andrete a finire e ti organizzi – e depili – di conseguenza. Sempre e solo SE VUOI.
- Accetti il rischio dell’effetto sorpresa, e quando arrivi butti subito lo sguardo sul forno; se è acceso, e intravvedi al suo interno una bella pirofila colma di patate dorate, sai già quali sono le intenzioni del tuo gentiluomo, e decidi durante la serata cosa preferisci fare. O non fare.
Se la teoria dell’arrosto con le patate è corretta, e posso assicurarti che lo è, mi permetto di darti un altro consiglio: quando inviti tu un uomo a cena con il preciso obiettivo di servire il gelato sulla tua schiena e farglielo mangiare così senza cucchiaino, evita di cucinare piselli.
Siamo troppo in gamba, noi donne, per diventare banali come loro.
Scusa ho sbgliato regola era questa quella del compleanno… per fortuna non ti ho mai preparato patate …attenta a non prepare piselli seppur in scatola/