QUANDO UNO PIU’ UNO FA MEZZO, I CONTI NON TORNANO
Non si tratta di una nuova formula matematica, un teorema da spiegare con il gessetto bianco alla lavagna e mille equazioni scritte dovunque. Questa regola è molto semplice, e fa parte di tutta una serie di regole simili che hanno un denominatore comune: ogni donna sa quando sta con l’uomo sbagliato, solo che il più delle volte non lo vuole ammettere. Vuoi un altro indizio che ti aiuti a rendertene conto?
Usa questa equazione. Se l’uomo con cui stai non solo non ti fa sentire al meglio di quello che sei, ma tende addirittura a dimezzarti nel tuo valore e potenziale, allora le cose non vanno e non andranno mai. L’amore – quando è davvero amore – deve esaltare tutte le tue qualità, e il tuo uomo dovrebbe saperti restare accanto portandoti ogni giorno a dare il meglio di te, credendo in quello che sei, tamponando i tuoi difetti, aiutandoti a crescere con lui e nel mondo. E tu dovresti fare lo stesso.
I segnali che una storia va male, che quella persona non fa per noi – o noi per lui, e che dovremmo seriamente e concretamente prendere in considerazione di mettere la parola fine su quel rapporto, ci sono sempre. Ma troppe volte intervengono un monte di fattori che ci impediscono di mettere il cuore in comunicazione con la testa, quel poco che basta per fare in modo che entrambi si dicano a voce alta: ANCHE NO.
E allora trasciniamo storie sbagliate, storte, penose che non fanno che demolirci, farci perdere tempo, farci prendere per il culo la persona che abbiamo di fianco o – ancora peggio – prendere per il culo noi stesse.
Se una storia non va, non va. Punto a capo. Gira pagina, strappa il libro intero, brucialo-riciclalo-vendilo a qualche mercatino, ma fermati.
Tempo fa uscivo con un ragazzo che mi piaceva molto. Una sera, eravamo sul divano a guardare la tv, in silenzio; gli avevo appena parlato di una situazione lavorativa che mi creava particolare stress in quel periodo. E lui: muto. Nessuna parola di conforto, nemmeno il minimo tentativo di entrare in empatia con quello che stavo vivendo.
E la stessa cosa era accaduta la sera prima, mentre gli stavo raccontando di un progetto interessante che coinvolgeva una mia passione e che mi avrebbe portata a fare un piccolo viaggio all’estero: zero condivisione, zero dialogo, zero tentativo di stare al mio fianco, probabilmente perché le uniche posizioni che contemplava quando si trattava di me erano sopra e sotto. A volte avevo quasi l’impressione di parlare da sola, e penso che probabilmente se mi fossi messa con un chipmunk avrei avuto più soddisfazione. Peccato solo che scoiattoli parlanti non se ne trovino dalle mie parti.
Con quel ragazzo, avevo percepito per la prima volta e con chiarezza la terribile sensazione del dimezzamento, ed ebbi l’illuminazione: quando stai con una persona, devi sentire che tutto si raddoppia, si amplifica; gli aspetti positivi e negativi, le emozioni forti e deboli, i problemi e le conquiste, le risorse e il bisogno di riposo, tutto si radoppia. Da uno che eri, devi diventare due. Devi sentirti parte di un duo, di un dualismo di intenti e progettualità che si esprime non dico solo, ma ANCHE usando i verbi al plurale. Devi sentirti perfettamente identificata e in linea comunque con la tua libertà, quando ti scopri perfettamente a tuo agio ad usare tanto il NOI quanto l’IO.
Se questo non accade in te, o non accade in lui, allora non siete allineati. Può essere questione di tempo, certo; può essere una cornice momentanea della vostra storia. Ma non crederci troppo.
Quando stai con una persona, e ti senti a metà del tuo potenziale, allora le cose non vanno. Quando uno(te)+uno(lui)ugualemezzo(come ti senti al suo fianco), allora i conti non tornano.
E l’unica soluzione è azzerare il conto, premere il tasto C. e ricominciare da uno. Da te.