CERCA LA RELAZIONE, NON IL LEGAME
Il suo viso è illuminato appena dal riflesso dell’orario che lancia la radiosveglia.
Ma a lei basta, perché la stanza non è buia del tutto, e quindi fa meno paura.
La guardo dormire, nel suo profilo perfetto.
Il naso dolcissimo, le labbra che da sveglia ridono sempre, tranne quando vuole fare apposta la bimba corrucciata.
Le tocco la mano.
Le bacio la guancia.
Mi sembra ieri quando ho saputo che era nata, quando l’ho presa in braccio per la prima volta, quando ha dormito per la prima volta con me.
Mi sembra ieri e invece sono passati nove anni, e adesso Giulia fa la quarta elementare, detiene il titolo regionale in ginnastica artistica – esercizi alla trave – e la sera mi manda la buonanotte via whatsapp.
Ogni tanto poi, dorme da me; ci si trucca, si balla in ogni stanza, si mangia sul tappetto del salotto guardando i cartoni.
In bagno, mentre ci laviamo i denti e prepariamo per la notte – facendo gli stessi, identici gesti – cantiamo il nostro inno: Il più grande spettacolo dopo il Big Bang.
Poi si va a dormire.
Ti voglio bene.
Io di più.
Zia, non riesco a prendere sonno.
E prima di finire la frase sta già dormendo.
La guardo, e sento il cuore esplodermi.
Sento la testa riempirmisi di paure, sento l’urgenza di doverla proteggere sempre, ovunque sia e non importa se domani o fra dieci, venti, cent’anni.
Lei è Giulia.
Lei è la mia nipotina di nove anni.
Lei è la bimba che da nove mi fa sentire bene e giusta e corretta e al mio posto nell’unico ruolo in cui mi sento adatta, quello della zia.
Che poi in realtà è l’unico ruolo che ricopro abusivamente, perché sono figlia unica.
Con Giulia infatti non condivido nulla di scientifico, di biologico.
Con la sua mamma siamo amiche da tutta la vita, ma nessuna delle nostre cellule vanta lo stesso DNA.
Eppure, c’è qualcosa di più, ed è la scelta.
Io Giulia ho scelto di amarla, e questa scelta è diventata qualcosa di più di un legame: una relazione.
I legami implicano dei vincoli, delle aspettative, delle costrizioni.
Le relazioni, al contrario, vivono di spontaneità e naturalezza, della libertà di volersi bene quanto anche di mandarsi a quel paese, se serve.
I legami pesano, le relazioni liberano.
Chiunque siano le persone che porti nel cuore – tua sorella, tuo padre, tuo nonno, le tue figlie, la tua guida spirituale o lo zio della tua ragazza – coltiva sempre con loro la relazione, e non il legame.
Perché è esattamente questa la dimensione che l’amore predilige.
Ed è esattamente questo che Giulia mi insegna ogni volta, anche senza fare nulla ma semplicemente dormendo nel lettone con me.
Mi insegna che amare è sempre la scelta giusta.
E me lo insegna proprio tutte le volte che decido di non voler amare più.