SMETTILA DI FARE LA CENERENTOLA INNAMORATA
Ho quindici anni.
Sono sola, seduta in mezzo ad una strada; è mezzanotte, non c’è nessuno in giro e io sono felice, perché mi sento immensamente innamorata.
Anche se non so ancora di chi.
Addosso porto uno dei vestiti più belli che mia mamma abbia mai cucito: la gonna poco sotto il ginocchio, a campana; il corpetto stretto, senza spalline; un cinturino in vita; l’abito è in taffetà fucsia, e ricorderò per sempre quanto quel colore, quel tessuto, quel modello di vestito mi abbiano fatto sentire preziosa, quella sera.
E speciale.
Tanto speciale, da voler diventare un po’ trasgressiva, e la cosa più trasgressiva che posso pensare di fare è proprio sedermi sull’asfalto col mio bellissimo abito in taffetà.
Ho quindici anni, e sento che potrei riuscire a fare qualsiasi cosa, mentre sto lì seduta a guardare il cielo con le mani posate dietro di me.
Qualche metro più in là ci sono tutti i miei compagni di scuola; stanno ballando nel garage del nostro amico che ha organizzato la festa.
La musica è alta, arriva fino alla strada.
Sento iniziare una canzone; è Cenerentola Innamorata di Marco Masini, e nonostante il testo sia lontanissimo da me, è esattamente quello che provo.
Mi sento una Cenerentola innamorata. In attesa di un principe che – ne sono certa – sta per arrivare.
Ed in effetti è arrivato, poco dopo.
E poi un altro, e un altro ancora.
Credo di essere stata la cenerentola innamorata più fortunata del mondo, perché ho trovato talmente tanti principi nel mio percorso che mi par strano dev’essere tutt’ora single.
O forse no. Perché quelli non erano principi, mia cara, ma ragazzi normalissimi cui mettevo la corona in testa prima ancora di sapere il loro nome.
Perchè il guaio più grande quando ti senti una Cenerentola innamorata è proprio questo: perdi completamente il senso della realtà, e non appena incontri qualcuno che ti piace, e ti ricambia, lo innalzi a paladino dell’amore e sei immediatamente pronta ad amarlo per tutta la vita.
Anche quando della sua vita magari non sai praticamente niente; e quando poi impari a conoscerlo davvero, scopri che non fa proprio per te, e tu non fai per lui.
Sperando non sia troppo tardi.
Chiunque tu sia, mentre stai leggendo queste righe, non cadere nell’errore di sentirti una Cenerentola innamorata.
Non farlo, nei tuoi quindici anni fatti di emozioni nuove e libertà che non sai gestire e ti sembrano sempre troppo poche rispetto a quello che vorresti, nei tuoi vestiti che scegli perchè li scelgono le altre e nei tuoi occhi che trucchi troppo ma ancora non te ne accorgi e nello zaino che porti sulle spalle e pesa, Dio solo sa quanto pesa, e non dipende dai libri ma da tutti i sogni che tieni chiusi li dentro.
Nei tuoi quindici anni fatti di tutti i primi amori che scrivi nelle pagine del diario, e che ti sembra racchiudano – loro soltanto – tutta la felicità che potresti provare.
Smettila di sentirti una Cenerentola innamorata, e impara a gustare tutto il nuovo e il bello che ti viene incontro con l’energia della tua età, ma anche con l’entusiasmo di chi sta imparando a vivere.
Non avere fretta di voler provare tutto e subito; non avere paura di dover cogliere a tutti i costi questo amore perché temi potrebbe non tornare mai più.
La vita ti riserverà talmente tanto amore che il batticuore di adesso – che sembra esploderti nel petto – ti sembrerà soltanto un tic-tac in sordina.
E la stessa cosa vale per te, che i quindici anni li hai passati da un bel po’ eppure non hai ancora smesso di cercare negli occhi che incontri quelli in cui potresti specchiarti per tutto il resto della vita.
Non farlo, anche se sei stanca di stare da sola e senti di essere rimasta indietro rispetto a tutte le tue amiche che già hanno messo su famiglia, anche se vuoi pensare che stavolta il destino sia dalla tua parte anche perchè di delusioni ne hai già sofferte troppe e la vita con te è in debito.
Smettila di sentirti una Cenerentola innamorata, e impara a conoscere le persone che incontri per quello che sono, e non per quello che vorresti diventassero solo perchè lo vuoi tu.
Che poi, mica lo sappiamo come sia andata davvero fra quei due, perché la storia finisce che se ne salgono sulla carrozza e se ne vanno e vissero per sempre felici e contenti.
Poi magari qualche anno dopo Cenerentola è diventata una donna frustrata infelice e addio vitino di vespa, e il principe un uomo pigro, svogliato, da canottiera bianca e stuzzicadenti sempre fra le labbra.
Non lo sapremo mai, perchè chi ha scritto la storia si è fermato prima.
La tua storia però sei tu che la scrivi, giorno dopo giorno.
E giorno dopo giorno puoi scegliere chi essere e come esserlo.
Non hai bisogno di eroine in cui identificarti, perché l’eroina più importante per te sei e devi essere tu, e quello che di lieto devi sempre ricercare non è la fine.
Ma l’inizio.
No, macchè scherziamo, sono un uomo!
Anzi sono un maschio!
Lo sento e lo so da prima di essere un uomo.
Dai 6 o 7 anni (nda corretto “dai 5 o 6” ma non sono sicuro dell’esattezza della correzione)..l’ho sentito…o me l’hanno insegnato…vabbè senti: ero e sono un maschio… e quindi non posso essere io il soggetto di questa storia: non ricordo di aver indossato mai nulla che mi facesse sentire eccezionale!
Nulla fatto di taffetà, perlomeno…
Oh senti Eutachia, ok, l’ho indossato anch’io l’abitino rosa o fucsia di tafffetttà:: era un oxford 50 cc, una diana accesa in bocca e una birra tenuta in mano e orgogliosamente fatta tintinnare con quelle degli amici.
Eh che cavolo, anch’io c’ero dentro in quella favola, anch’io volevo una principessa, anch’io volevo essere il principe! Ero il principe ideale: avevo anche il cavallo bianco! (…il cinquantino era bianco…).
E poi boh, ti ritrovi a valere sempre meno e a scendere dal principe al quasi sfigato (sì, quasi, perché lo trovi sempre uno messo peggio di te), fino a che, tra le tante cose e disgrazie, leggi “sta Wendy” e dici “sono io Cenerentola!”.
boh, beh insomma, ci ho messo un’ora a scrivere sta cosa, ma era solo per dirti,che non siamo poi così diversi noi essere umani (beh no, non tutti, a parte i ovviamente i miei colleghu), quindi grazie Wendy, declino i tuoi post al maschile e mi ci ritrovo! (anche se non ho mai indossato nulla di fucsio o di taffetò).
Ho riletto più volte il tuo commento.
E mi par di vedertici, sull’Oxford 50cc, con la diana fumante e la birra bevuta in compagnia.
Saresti stato proprio il mio principe ideale.
Non saremo mai quasi sfigati, ragazzo. Semplicemente, crediamo nell’amore.
Che non sempre si adatta ai cavalli bianchi…
Buonanotte, di cuore. (Anche se ho un cuore fucsiO!!!).
EBT
L’oggettto satebbe stato “La principa Azzurra”, buonanotte 😉