L’ATTESA VIOLA
Intendiamoci, da sola sto bene, benissimo.
Dormo in un letto enorme e mi sveglio quando mi pare.
Ho un armadio tutto e solo mio.
Posso usare tutto l’aceto che voglio quando condisco l’insalata e posso mangiare tutte le sere seduta sul divano guardando Un Posto Al Sole.
Non devo fare i conti con nessuno, perché sono l’unica voce del mio bilancio.
Tuttavia, arrivano serate come questa, in cui sento che qualcosa mi manca.
Provo nella pancia le pieghe insopportabili della nostalgia.
Non tanto di una persona o di un confronto o di un punto di vista diverso.
Non mi mancano abbracci o sguardi o una mano sulla schiena che mi accompagna mentre usciamo dalla porta.
Quello che mi manca davvero è fare un movimento con il collo, e sentire sulla pelle l’odore di un’altra persona.
L’odore di un uomo, l’odore dell’uomo cui appartengo, che si attacca alla mia pelle come se fosse sempre stato un poco mio.
Ecco, in serate come questa, mi sento un po’ come un’opera d’arte dipinta in una casa piena di colpi di mortaio.
Una bella storia tutta da vivere su di una parete ferita qua e la.
E mi rendo conto che da sola sto bene, benissimo.
Sto talmente bene che non smetto di dirlo al mondo, e non smetto di dirlo a me stessa.
Sto talmente bene, che forse lo sto gridando a voce troppo alta, e lo faccio solo per coprire la consapevolezza dell’attesa.
Perché dormo in un letto enorme, è vero; ma occupo sempre e solo l’angolino di sinistra.
Ho un armadio tutto e solo mio, è vero; ma ci sono un sacco di appendini vuoti spostati da un lato.
Posso usare tutto l’aceto che voglio quando condisco l’insalata che mangio sul divano guardando un Posto al Sole.
Ma di insalatiere in cucina ne ho due. Così come due tazze grandi e due tazzine piccole coordinate e due sottobicchieri dipinti a mano.
Vivo un’attesa viola, perché il viola è un colore alternativo, deciso, che non capita a caso ma si sceglie proprio così.
Vivo un’attesa viola perché so che arriverai, ma so anche che se non accadrà andrà bene comunque.
Vivo un’attesa viola come una quaresima sentimentale, che se anche non dovesse finire va bene lo stesso.
Perché so che arriverai, lo sento.
Ma nel frattempo riempio la mia vita di tutti i giorni con quello che ho e con quello che mi viene donato.
Perché il mio cuore – anche se ci abito solo io – non smette di riflettere tutto il rosso che posso.