FA’ CHE NON SIA MAI TROPPO TARDI
Elena sembra una ragazza come tutte le altre, ma non lo è.
Elena è una di quelle poche persone nata con il sole dentro, e ti basta parlarle cinque minuti o sentirla ridere per rendertene conto.
E come ogni persona nata con il sole dentro, ogni tanto va in eclissi, e allora non ce n’è per nessuno perché in quel caso le mezze misure non esistono, e anche se esistessero, non servirebbero.
Ma le eclissi a volte sanno essere più affascinanti di una giornata di sole a cielo limpido, e quella volta andò proprio così.
Era venerdì, poco dopo cena.
In programma, una lunga notte in discoteca.
Elena ha vent’anni, io qualcuno in più. Assieme ci completiamo: lei la sorellina piccola e piena di vita, io la sorellona grande e piena di paturnie.
Quella sera Elena viene da me, siamo in camera mia, sto frugando nell’armadio in vista della serata.
Lei è seduta sul mio letto, e piange.
Rivedo il suo viso dalla carnagione ambrata e gli occhi scuri qui davanti a me anche in questo momento.
Occhi tristi.
E gli occhi tristi su una persona nata con il sole dentro fanno male, a priori.
Piange e mi racconta che in quel periodo ha qualcosa dentro che la fa sentire stonata.
Non è felice perché il suo lavoro – lavora in un’azienda orafa da diversi anni – non le piace più, non si sente realizzata, non si sente al posto suo.
Vuole qualcosa di diverso, vuole qualcosa di più.
Ma le sembra sia troppo tardi per mettersi a rincorrere un’aspirazione di vita diversa.
Quella sera guido io.
Solito locale, solita strada.
Ma mentre guido mi viene un’idea, e qualche chilometro prima di arrivare al locale, all’improvviso sterzo e mi infilo in una stradina.
Siamo quasi in centro a Vicenza.
Lei mi guarda sorpresa, io le sorrido sicura.
Dopo qualche centinaio di metri, fermo la mia SuperKa.
Siamo di fronte ad un edificio a due piani, pieno di finestre.
“Sai cos’è quello, Elena?”
“No”.
“E’ una scuola superiore; un istituto socio -pedagogico. E ha anche i corsi serali”.
E il sole torna a sorgere dentro il cuore della mia sorellina.
Perché ha già capito dove voglio arrivare, ma sopratutto ha capito che è esattamente dove può e vuole arrivare lei.
Niente discoteca, quella sera; restiamo in giro a chiacchierare.
E la mattina dopo Elena va ad iscriversi: frequenta prima e seconda insieme, e poi regolarmente scuola tutte le sere da settembre a giugno per altri tre anni.
Un impegno enorme, per i ritmi, per la fatica sia fisica che mentale, per la difficoltà di rimettersi in gioco a vent’anni con una scuola superiore.
Rimettersi sui libri, reimpostare la propria vita all’insegna di interrogazioni e compiti in classe e reading comprehension che cosa vuol dire lo sa solo Dio.
Ma Elena ce la fa, Elena si diploma.
Perché non c’è niente come la spinta interiore per farti ottenere qualsiasi risultato.
Ricordati sempre che non è mai troppo tardi per cambiare la tua vita: se senti che il percorso che stai vivendo non ti appartiene, non fa per te, non è tuo, puoi decidere in ogni momento di cambiarlo.
Lo so, sembra tanto facile dirlo, ma poterlo fare è tutt’altra cosa, giusto?
Tu con i tuoi legami e le tue responsabilità e le persone che dipendono – o pendono?- da te e la casa il lavoro il mutuo i figli e ogni giorno che inizia e voglio vada diversamente e poi finisce ed è andato tutto esattamente come non volevo andasse.
E come il giorno prima, e quello prima ancora.
Appunto.
I giorni prima non li puoi cambiare, ma quelli dopo sì.
A partire da domani.
Dipende da te.
Devi essere tu a fare in modo che non sia mai troppo tardi per cambiare la tua vita.
Che si tratti di trasferirti dall’altra parte del mondo a raccogliere Kiwi, o di prenderti la seconda laurea – quella che hai sempre voluto – o anche semplicemente di cambiare il volto del tuo salotto creandoti l’angolo da lettura che sogni da sempre e che rispecchia esattamente quello che sei.
Fa’ in modo che non sia mai troppo tardi per essere felice, e tornare a sentir dentro di te cantare la canzone giusta.
Esattamente come Elena, che come la canta lei “Bella Belinda” non la canta proprio nessuno.