Regola#194allontanatidalleminevaganti

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…nessuno può permettersi di essere una nuvoletta di pioggia che ti segue dovunque, capito?

ALLONTANATI DALLE MINE VAGANTI

“Alle 16.05 ti ho telefonato, e non hai risposto. Al prossimo episodio riceverai una lettera di richiamo ufficiale”.
Potrebbe sembrare la battuta di una sceneggiatura de “Il Ritorno di Fantozzi – La corazzata Potëmkin colpisce ancora”, invece è il testo di una mail che ho ricevuto io.

Ottobre 2008; da due anni lavoro in una struttura pubblica occupandomi di cultura.
Da due anni sono a stretto, strettissimo contatto con la dirigente del settore.
Una donna complessa, che non sono mai riuscita a capire fino in fondo, ma che ha saputo ferirmi come pochi in vita mia.
I primi tempi sono la sua prediletta: divido l’ufficio con lei, divido le sue confidenze (che solo molto più tardi ho realizzato essere pura invenzione più che racconti di vita vissuta).
Mi regala abiti, scarpe, profumi.
Mi considera la sua assistente di fiducia.
Fino a quando realizzo che in realtà mi tratta come la sua galoppina, il suo cane segugio pronto a riportarle ogni movimento dell’ufficio.

Capisco cosa sta succedendo, e scelgo di schierarmi dalla parte della verità.
Ed ecco il cambiamento: divento la nemica, il colletto bianco inefficiente, la persona da colpire.
Mi impone degli orari di lavoro improponibili (soprattutto visto che il mio contratto  – precario – non prevedeva orari e che tutto il resto del settore seguiva ritmi ben diversi).
Mi toglie tutti i compiti più importanti, confinandomi a passare carte da una scrivania all’altra.
Toglie le ferie non a me, ma alle mie colleghe più care, per colpirmi nei miei affetti.
Mi fa chiamare dalle persone più disparate alle 17.59 tutti i giorni, per assicurarsi che non sia andata via prima delle 18.00.
E io resisto nonostante tutto, ma divento una persona grigia.
Nella pelle e nella luce che non riesco più a dare.
Mi sento come se dovunque andassi ci fosse sempre una nuvoletta grigia piena di pioggia pronta a cascarmi addosso.
Fino al giorno della mail.
Mi scappa la pipì, faccio un salto di 3 minuti al bagno; solo che per andare al bagno devo passare davanti alla porta del suo ufficio.
Lei ovviamente mi vede.
Ed ecco, appena tornata davanti al pc, che leggo quella mail.
E gli occhi mi si riempiono di lacrime, perché un trattamento così non me lo merito proprio.

Ma la colpa non era mia. Avevo accanto una persona nata MINA VAGANTE, e quindi in un certo senso non era nemmeno colpa sua, perché essere mina vagante faceva parte della sua natura.
Le mine vaganti sono persone che, a volte inconsapevolmente e a volte talmente consapevolmente da trovarci pure gusto, ti spengono.
Hanno l’innata capacità di cogliere la tua luce, e togliertela.
Hanno l’insana abilità di riconoscere la tua serenità, e rubartela.
Hanno la naturale e lieve crudeltà di non sopportare la tua allegria, e ucciderla.

E come ogni mina che si rispetti, si muovono nell’ombra, pronte a colpire quando meno te l’aspetti, tanto che inizialmente fatichi a capire la loro enorme portata di energia negativa, sicché ti avventuri nel campo della loro conoscenza senza renderti conto che potresti saltare ad ogni passo.

Poi apri gli occhi, e hai soltanto due alternative.
Puoi allontanartene più che puoi, stando letteralmente alla larga dalla loro portata distruttiva. Solo che a volte sei costretta ad averle intorno, perché ci lavori assieme o ci vivi assieme o fanno parte di una cerchia di relazioni cui non riesci a sottrarti.
In quel caso scatta la seconda possibilità. DISINNESCALE.
Togli loro qualsiasi potere di farti del male; annulla la loro carica negativa.
Spegni la miccia che accende la loro rabbia.

Come?
Sorridendo.
Vivendo comunque nella gioia.
Facendoti scivolare quello che ti fanno.
Pensando che tutto sommato non è colpa loro, ci sono nati così, e alla fine sono loro a rimetterci davvero perché prima o poi si ritroveranno soli.
Dà loro il posto che meritano: in fondo in fondo in fondo alla tua vita.
E soprattutto, annienta la loro carica negativa circondandoti più che puoi di persone che ti amano e ti fanno stare bene.

Perché nessuno può permettersi di essere una nuvoletta di pioggia che ti segue dovunque, capito?

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