PARLANO PARLANO PARLANO
“Per lui sei solo un’amica; smettila di farti un sacco di film!”
“Ma non capisci che ti sta soltanto prendendo per il culo?”
“Gli perdoni troppe cose; devi farti valere di più”.
“Se ti amasse davvero non ti tratterebbe così”.
“Per lui ci sei sempre, ma lui per te?”
Parlano, parlano, parlano.
Tutti che dicono la loro, tutti esperti con la vita degli altri.
Tutti con la soluzione in tasca, tutti con la frase pronta che ti chiedi se l’abbiano letta sulla tovaglietta di carta della pizzeria o dentro un cioccolatino.
“Ma non vedi come ti stai riducendo?”
“Ma la smetti di corrergli dietro?”
“Ma vale davvero la pena umiliarsi così per un uomo?”
“Ma non ce l’hai un po’ di amor proprio?”
“Ma non lo capisci che è solo uno stronzo?”.
Parlano, parlano, parlano.
Ma perché non badate alla vostra, di vita, che io ci penso da sola a non dormirci la notte pensando alla mia?
E poi, chi vi ha chiesto niente?
Io non voglio cambiare, voglio che lui mi ami. Punto.
Voglio lui. Punto.
E se devo passare il resto della mia vita a vegetare come una larva su questo divano aspettando che lui si accorga di amarmi, lo faccio, capito?
“Dai, esci con noi stasera! Hai bisogno di svagarti, c’è tutta una vita là fuori che ti aspetta!”
“Devi smetterla di pensare a lui con un’altra, o di chiederti cos’ha lei che non hai tu”.
“Devi smetterla di pensare a lui, ti stai rovinando la vita per una persona che non ti vuole”.
“Stai perdendo un sacco di occasioni per stare dietro a uno così”.
“Passerà, fidati. Devi solo darti un po’ di tempo, vedrai che ti passerà”.
Parlano, parlano, parlano.
E ti sembra che usino una lingua che proprio non hai mai sentito; ti sembrano degli alieni insensibili ed egoisti, che non potranno mai capire l’intensità del tuo amore.
E ti credo.
Non possono capire una cosa che è solo tua, perché non sono nella tua testa.
E tu non sei nella loro.
Ma non sono cattivi, anzi.
Ti vogliono bene, sicuramente molto più bene della persona intorno cui gira la tua vita, come se tu fossi in una di quelle giostrine che fai girare più veloce che puoi e quando si fermano, vomiti.
Parlano, parlano, parlano, è vero; ma probabilmente è l’unico modo che hanno per provare a farti capire che hanno ragione loro. Perché lo sai anche tu, che hanno ragione loro.
Solo che adesso ci sei dentro nel pieno, a questa giostrina che gira.
Ci sei dentro da sola.
E loro non possono entrare, perché vai troppo veloce.
E tu non riesci a fermarti, perché ci speri ancora, in questo amore che provi e senti e capisci solo tu.
E va bene così.
Perché quando sarai sul punto di vomitare, lo capirai da sola, quello che devi fare.
E allora lascerei la presa, e alzerai le mani.
La giostrina girerà ancora un po’, ma sempre più lentamente, e alla fine si fermerà da sola.
I tuoi amici saliranno.
E saranno lì con te mentre vomiterai tutto il tuo dolore; e mentre scenderai barcollando sulle gambe perché avrai perso l’equilibrio, saranno lì a sostenerti.
E ci saranno ancora e ci saranno sempre, perché sono i tuoi amici e ti vogliono bene.
Ci sarà solo un momento in cui si allontaneranno, e accadrà perché vorranno vederti meglio, in tutta la tua bellezza e gioia ritrovata.
Perché accadrà quando starai su una di quelle altalene in legno che s’alzano e s’abbassano.
Ma si possono usare soltanto in due.