PARTITA FINISCE QUANDO ARBITRO FISCHIA
IL CALCIO.
Faccio avanti e indietro lungo la rete di bordocampo. Non riesco a stare ferma, anche perché il freddo oggi è di quelli gelidi che non perdonano. La giacca della mia società – l’AC Quinto – tiene un gran caldo, dopotutto è fatta apposta. Ma stivali e leggings che ho scelto saranno magari azzeccati come look, ma per dicembre sono decisamente sbagliati.
I ragazzi oggi hanno la divisa tutta nera. Mi piace, e a loro dona parecchio. Chissà che ci porti anche bene. Perché questo campionato non sta andando propriamente come vorremmo.
Cioè, diciamo che siamo primi in classifica; se si gira la classifica a testa in giù.
Ma si sapeva: se scegli di disputare un campionato in prima categoria con una squadra a costo zero, fatta di ragazzi giovani, straordinari e quasi tutti del posto, che scelgono di mettersi in gioco per passione e fedeltà alla maglia e non per eventuali rimborsi economici, sai già che l’obiettivo è la salvezza, e che più su di metà classifica proprio non puoi arrivare.
Sono a bordocampo, e sono contenta perché anche oggi stiamo giocando un primo tempo da paura.
Sempre in area avversaria, buoni passaggi fra le punte, una difesa che sa chiudersi al momento giusto. Oggi la portiamo a casa questa partita, dobbiamo portarla a casa. Ce lo meritiamo. Se lo meritano i ragazzi che non smettono di crederci, nonostante un serie di risultati negativi, e anche di un bel po’.
Sono a bordocampo, e il capitano tira una fucilata verso la porta avversaria. Palo. I tifosi applaudono, dai che questa partita la portiamo a casa, oggi. Finalmente.
Dopo nemmeno due minuti, al 44° del primo tempo, la squadra avversaria penetra in difesa. Tocco. Gol.
E ci risiamo. Finirà 3 a 0. Abbiamo perso anche oggi, come ogni maledetta domenica da qualche mese a questa parte.
Ma domani si riparte. Domani i ragazzi torneranno ad allenarsi, e domenica si tornerà in campo, perché loro ci credono. Ci crede tutta la Società, dai dirigenti agli allenatori ai tifosi. E ci credo anche io. Ed è proprio per questo che essere la Presidente di una società di calcio mi esalta così tanto: mi ricorda tutti i giorni che vale sempre la pena crederci.
LA VITA
Ti alleni, spingi sulle tue potenzialità ogni giorno di più per essere al meglio della tua forma fisica.
Ti alleni, pronta ad imparare da ogni fallo che subisci e da ogni rigore che la vita ti nega e da ogni palla che non riesci a buttare in porta.
Eppure continui ad allenarti e continui a scendere in campo. Continui a giocare la tua partita, perché ci credi.
E te la giochi dando tutto il massimo di te. Perché sai che i risultati a volte mentono, e che la classifica a volte non riflette veramente il tuo valore. Giochi dando il massimo perché fa parte di te, anche quando i tifosi sembrano pretendere sempre di più, o sembrano non accorgersi che ce la stai mettendo tutta. Giochi contando sui tuoi compagni, anche se sai che potrebbero tradirti o deluderti o non essere pronti a ricevere il tuo passaggio.
Giochi sapendo che a deludere i tuoi compagni, potresti un giorno essere anche tu. Proprio tu.
Ma non smetti di allenarti e non smetti di scendere in campo. Perché ci credi, perché è quello che vuoi. Perché è esaltante, la vita. Anche quando sbagli un rigore, anche quando subisci un gol esattamente 25 secondi dopo.
Tu non smetti di allenarti e scendere in campo. Perché “partita finisce quando arbitro fischia” come diceva Vujadin Boskov, indimenticato allenatore dotato di rara ed irresistibile ironia.
E allora giocala, amica mia. Giocala fino in fondo. Giocala questa tua partita, senza paura e senza tirarti indietro. Giocala. Perché quel gol prima o poi arriverà. Arriverà la vittoria.
E sarà tanto meritata, quanto più avrai saputo aspettarla.